Rinnovamento nello Spirito Santo
Gruppo
Maria
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“Non possiamo tacere quello che abbiamo visto ed ascoltato” (At.4, 20)
La testimonianza è la manifestazione visibile della fede, anzi è la conseguenza inevitabile di una fede vissuta, sperimentata. E’ la storia della salvezza che si realizza nella nostra vita. Nella testimonianza dichiariamo infatti ciò che Dio ha detto e fatto per noi per condurci a quella Verità che ci salva e ci spinge ad annunziarla agli altri. Il Rinnovamento nello Spirito è nato e vive sotto una potente azione dello Spirito Santo e ciascuno di noi è chiamato a dare testimonianza della propria esperienza perché nel cuore di ogni uomo è presente il desidero nascosto di udire e di vedere ciò in cui ha sempre sperato.
Grazie per le testimonianze qui
raccolte e grazie, prima di tutto al Signore, per quelle che si
aggiungeranno, poichè la forza di queste testimonianze accompagnerà
sempre la storia del gruppo Maria e di tutta la Santa Madre Chiesa. CON MARIA IMMACOLATA Ti esalto Dio mio Re, e canterò in eterno a Te
„Spirito di Dio scendi su di noi, su di me…”. Grazie Signore Gesu’ per la tua fedelta’, vedendola ricordando la „mia” storia vissuta sotto la guida dello Spirito, la storia che si continua ogni giorno, chiedendo contiuamente Gesu’: aumenta la mia fede, …adesso, perché la fede si aumenta, donadola”, condividendo la mia semplice testimonianza…Ti chiedo: Signore, aumenta la mia fede, da compiuti 47 anni del sacerdozio, e oltre 42 anni del mio incontro personale con Te, mediante del tuo Dono che si chiama Rinnovamento nello Spirito! „Lode e gloria a Te, Signore Gesù”! E’ questa espressione che adesso mi aiuta tanto a rivolgermi a Te, Signore Gesu’ - in ogni circostanza della mia vita presente e futura - dicendo in anticipo: Grazie! Lode e gloria…sperimentando ogni giorno che in Te - mio Dio e mio Signore - tutto…tutto ha un Senso!!! Sto scrivendo e …cantando dentro il mio cuore: E’ il Signore! E’ risorto dalla morte…ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua professi! Anche adesso – e’ vero che basta un solo ricordo – che mi porta la gioia, che io con la mia lingua materna insieme con miei fratelli italiani, quelli veri romani, (nb mi chiamo fin dal battesimo: Roman) sì, veri romani „amati da Dio”, che io potevo e posso cantare: che Gesu’ e’ il Signore! …Che gioia, che forza dello Spirito Santo che scendeva su di noi - a Rimini, e non soltanto la’…, durante i primi Conveni Nazionali. Ed oggi …ricordando quel benedetto sabato del novembre 1973 della nostra Comunita’… sento questo forte e soave suggerimento dello Spirito Santo: „Affida al Signore la sua vita…ed Egli compira’ la sua opera”…e facendo il mio esame di coscienza, vedo sempre di piu’ il suo potere, la sua opera…che – lo so - non finira’ mai! E dico: Gesu’, confido in Te! Anche nel buio…non vedendo all’inzio nessun senso, ma gli tocchi del tuo Spirito mi incoraggiano dicendo: vale la pena! Vai avanti… affidami… perche’ nulla e’ impossibile a Dio che „ha potere di fare molto di piu’…”. Io, un semplice sacerdote, „venuto da lontano” a Roma nel gennaio 1976 e nello stesso mese entrando improvvisamente nella preghiera comunitaria del nostro, diventato il „mio” Gruppo Maria. Accadde nella chiesa di S. Ignazio, quando ho „visto” per la prima volta - Te, Signore, il tuo bel, meravigioso, sorridente Volto… invitando poi altri i miei connazionali fratelli e sorelle… “Venite e vedete”! … Mentre scrivo queste parole, sto pensando con tanta gratitudine a tutti Voi nostri carissimi che ci avete preceduti… ma adesso presenti nell’Amore Divino, siete sempre vicini dapperutto… festeggiando oggi con noi 45 anni! E mi fermo… commosso … ringraziando il Signore per ognuno di Voi, Amati da Dio… da sempre e per sempre, e dicendo dal Cielo a noi: arrivederci nella Casa del nostro Padre Celeste! E mi fermo sentendo nel profondo silenzio, quel Vostro canto: “noi siamo benedetti”…Che bello!!! Voi siete Benedetti! Grazie… perche’ noi talvolta abbiamo tanto bisogno di questa certezza…
Ed noi – io almeno spiritualmente - riuniti nella solennita’ dell’Immacolata Concezione di Maria, della nostra Mamma celeste e nostra Patrona Consolatrice …cateremmo con Voi, che siete il nostro privilegiato gruppo Celeste… con tutti questi Nomi che Tu Signore conosci bene… sì, con te, Giorgio, servo buono e fedele… e con te nostra sorridente – un raggio di sole - Silvia, - tutti insieme… fermiamoci, sentendo, prima nel silenzio e poi.. tutti nostri cori insieme: NOI SIAMO BENEDETTI! Amen! E cosi’ sia!
Ed ancora mi rivolgo a Voi nostro Gruppo celeste, chiedendo la Vostra preghiera; Voi sapete che noi siamo ancora nel „pellgrinaggio” al Divino Amore, e ricordando la vostra lezione, il vostro messaggio ed augurio per noi: di rivederci ancora… tutti insieme… tutti nello stesso posto! Allora, quando nell’8 dicembre 2018 presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio, alle ore 16.00 sara’ - Preghiera per una nuova Effusione dello Spirito Santo, siate vicini a noi – va bene? Cosi’ che noi possiamo vicendevolmente incoraggiarci - con le parole del poeta - „Affrettiamoci ad amare, le persone se ne vanno cosi’ presto! E’ sempre in ritardo sulla fame di abbracci o di salute” (don Jan Twardowski) Allora…siamo puntuali…e Tu, Maria Immacolata, prega per noi, se peccatori, ma sempre figli tuoi, „adesso e nell’ora della nostra morte”. Amen! Amen! Alleluia! P. Romano /don Roman SADOWSKI, dioc. di Torun, Polonia/.
Torun, il 16 novembre 2018 UNA COSA HO CHIESTO...
Febbraio 1988 durante la preghiera
comunitaria del sabato le sorelle Tomassini intonarono questo canto
il Salmo 27 che non conoscevo……non era una novità in quel momento io
ero come una tabula rasa essendo stata lontana dal Signore e dalla
sua Casa per tanto tempo….. Tonia
UNA NUOVA VITA NELLO SPIRITO Febbraio 1974. Avevo appena finito di “divorare” il libro dei coniugi Ranaghan “Il ritorno dello Spirito”, quando un Padre Gesuita, Emilio Ardu, m’invitò al “Gruppo Maria” che a quel tempo s’incontrava (se ben ricordo) in via S.Giovanni in Laterano. Era il sabato 9 febbraio 1974, data indimenticabile. La preghiera fu un profluvio di profezie e di canti che investirono la mia persona con un diluvio di lacrime. Ricordo ancora qualche profezia: “Alcuni di voi usciranno di qui completamente trasformati… Voi che piangete, non temete, anche le lacrime sono un carisma… La Chiesa di Roma col suo Pastore (card. Poletti) sarà guidata e benedetta nella settimana che inizia per andare incontro ai problemi sociali della città…” La sera stessa fui invitata nel gruppo dei responsabili che pregarono su di me: ebbi la grazia dell’Effusione dello Spirito! Iniziò per me una nuova vita. Ero allora superiora della comunità delle Suore del Cenacolo a Milano. Quasi subito invitai i fratelli del “Gruppo Maria” di Roma e ben presto lo Spirito Santo, con la loro presenza di fuoco, diede vita al Gruppo “Maria al Cenacolo” di Milano. Da questo nacquero altri gruppi di preghiera e di evangelizzazione, tra cui quello storico: “Amen - Alleluja” di Lentate sul Seveso che divenne grembo di vita nuova per altri gruppi in Brianza e dintorni. Negli anni 1974-75 ebbi occasione di scendere a Roma per vari impegni e sempre fui accolta nel “Gruppo Maria” che mi aiutò a crescere nell’esperienza carismatica. Il culmine di quegli anni fu il 1° raduno mondiale del RnS per la Pentecoste del maggio 1975 sulle catacombe di S. Callisto. Fu una vera Pentecoste quando il Papa Paolo VI ci accolse in S. Pietro e celebrò la Messa con centinaia di Sacerdoti, Vescovi e con la presenza del Card. Suenens. grande amico del RnS. e con una folla immensa di fratelli e sorelle “rinnovati”. Nell’omelia, il Papa ci esortò a “bere con gioia la sobria effusione dello Spirito”: “laeti bibamus sobriam effusionem Spiritus”… …Di tutto benedico il Signore e Lo ringrazio per i gloriosi 40 anni del “Gruppo Maria”. Ad multos annos! Alleluja. Suor Maria Francesca
UNITI DAL SIGNORE Quante meraviglie, quante vite salvate e quante storie d’amore, come la nostra, ci ha donato il Signore tramite il Gruppo Maria. Proprio come oggi che vi scrivo, ben 29 anni fa, il 10 novembre 1984, il Signore ha fatto incontrare due ragazzi Angelo e Marina al Gruppo Maria, nella Basilica di San Nicola in Carcere. Marina pregava sotto al crocifisso nella cappella a fianco, chiedendo a Gesù di fargli incontrare una persona che credeva in Lui, altrimenti preferiva rimanere sola. Il Signore ha risposto immediatamente, mentre era seduta in attesa dell’inizio della preghiera, un ragazzo (Angelo che faceva anche lui la stessa preghiera) arriva con una sedia, la mette a fianco e le chiede: “domani vieni al ritiro ai Santi Giovanni e Paolo?” la mia risposta è stata si. Il giorno seguente 11 novembre 1984 è venuto a prendermi siamo andati al ritiro e da lì il Signore ha compiuto meraviglie nella nostra vita. Abbiamo da quel giorno camminato insieme nel Rinnovamento nello Spirito e con il Gruppo Maria ricevendo anche l’effusione. Sei mesi dopo ci siamo sposati il 4 maggio 1985 nella chiesa di San Nicola in Carcere dove il Signore ci ha uniti. Come testimoni c’erano Piero e Valentina che ci hanno sempre accompagnato fino ad oggi, con il loro esempio di amore e fedeltà al Signore e al sacramento del matrimonio. La nostra vita è stata alternata da gioie e dolori, ma la vicinanza del Signore non ci è mai mancata. Ci ha donato anche due figli meravigliosi. Possiamo dire grazie a Gesù che tramite il Gruppo Maria e ai tanti fratelli che abbiamo incontrato in questi trent’anni di cammino ci custodisce ancora insieme felici e sereni. Alleluja il Signore è grande! Angelo e Marina
TI CONOSCEVO PER SENTITO DIRE... Io ti conoscevo per sentito dire….. Tu eri dentro di me ed io fuori. Lì ti cercavo... Eri con me ed io non ero con te. Mi chiamasti e il tuo grido sfondò la mia sordità, balenasti ed il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza e respirai; mi toccasti e arsi di desiderio della tua pace… Sono passati poco più di trent’anni da quel giorno, da quell’incontro che non potrò mai dimenticare, perché impresso nel cuore. Il giorno in cui avevi dato appuntamento al mio cuore inquieto, per rivelarti, chiamarmi per nome, guardarmi negli occhi, toccarmi, portarmi nel deserto e fidanzarti con me… Avevo brancolato nel buio, inseguito false verità, falsi dei. Avevo messo maschere, recitato ruoli, cercato ovunque risposte, consolazioni da una vita che fin ad allora era stata piuttosto avara con me… Quante volte sono finita sull’orlo del precipizio e quante volte hai mandato i tuoi angeli a custodire i miei passi!!! Poi un giorno, l’incontro occasionale con Valeria alla Scala Santa e l’invito a partecipare ad un incontro di preghiera dove "ci sono persone con poteri straordinari". Ero curiosa, ma molto più forte e prepotente era la voglia di mettere fine a quell’inquietudine interiore, a quel pessimismo cosmico che tanto mi spingeva alla depressione, all’implosione…. Andai quel sabato di ottobre all’incontro di preghiera del Gruppo Maria all’Oratorio del Caravita. Andammo in tre: io, mamma e zia Luciana…. Anche loro con il loro bagaglio di interrogativi e con tanta fame di amore e di verità. Non posso dimenticare l’accoglienza calorosa dei fratelli e delle sorelle preposti a tale ministero; non dimentico i loro sguardi, i loro sorrisi, le parole accoglienti di benvenuto, i loro abbracci: era come se fosse il Signore in persona a farlo; sentii la commozione che saliva singhiozzando dal cuore. Trovammo dei posti a sedere in mezzo all’assemblea orante e rimasi profondamente colpita dalla bellezza, dalla profondità di quelle preghiere spontanee che sgorgavano dall’intimo del cuore, sentivo in esse la potenza e la dolcezza di Dio Padre e poi il canto in lingue…. Rimasi estasiata da quei suoni angelici, un'armonia di voci senza uguali. Ricordo che pensai: questi sono angeli ed io sono in Paradiso!!!! Ero venuta vestita di tutto punto, con tanto di pelliccia, nonostante avessi solo 19 anni, ma a contatto con il Divino ebbi l’istinto francescano di lacerarmi le vesti, di buttare via tutto, pelliccia, il trucco esagerato, la maschera che avevo indossato nel venire lì; volevo con una spugna cancellare il passato e il presente, avrei voluto rientrare nel grembo materno e rinascere di nuovo completamente nuova, pura, diversa. Mi sentivo così indegna di stare in mezzo ai Santi, avrei voluto prostrami a terra perché non avevo il coraggio di alzare gli occhi al cielo, come il pubblicano, e contemplare il Volto dell’Amore. Ma quell’Amore seppe sorprendermi invadendomi tutta. Un'effusione di Spirito Santo: i cieli si erano aperti e dal cuore di Cristo trafitto anche dai miei peccati sgorgava l’acqua viva. Mi sentii attraversare da una brezza leggera, deliziosa, appagante, provai un'ebbrezza mai provata, una gioia incontenibile che si manifestò con un pianto interminabile: ero nata a vita nuova! Grazie Signore Gesù perché da quel momento non sono più stata io la protagonista della mia vita, ma siamo stati noi, io e te. Insieme abbiamo camminato con il gruppo e nel gruppo; insieme fatto servizi e ministeri. Insieme a te ho amato i fratelli, le sorelle, fatto meravigliose esperienze. Insieme abbiamo condiviso gioie e dolori di tutti. Grazie perché da quel momento sei diventato per me Maestro, Sposo, Signore della mia vita e della mia famiglia. Ti benedico per il Gruppo Maria, per i tanti fratelli e sorelle, i padri spirituali che mi hanno aiutato a crescere nella fede, nell’amore, nel servizio e nella vita carismatica. Ti ringrazio perché grazie a Te e grazie a loro ho conosciuto i miei doni, i miei talenti, la mia vocazione. Come Abramo, un giorno mi hai chiamato e mi hai detto di lasciare questa terra che abitavo e, con il mio sposo Alfredo, ci hai portati altrove fidandoci della Tua Parola, della tua promessa. E’ stato doloroso tagliare le radici e lasciarsi innestare altrove, ma era sempre il tuo tronco Signore! Sulla tua parola abbiamo gettato le reti e siamo andati dove volevi che andassimo. Ora abbiamo altri nuovi fratelli, altre sorelle, altri luoghi da abitare, ma è bello sapere che la mia vita è storia sacra e il Gruppo Maria è un capitolo importantissimo scritto dal dito di Dio. Grazie Signore e grazie a Maria che ha sempre accompagnato con amore e fedeltà questo gruppo! Io ti conoscevo per sentito dire ed ora i miei occhi ti vedono… Daniela
LA VITA VERA Era l’autunno del 1979 quando, per la prima volta, mi affacciavo all’Oratorio del Caravita dove il gruppo Maria si riuniva. Avevo sei anni. Ad evangelizzarmi è stata la mia compagna di banco della scuola elementare, Silvia, con la quale ancora oggi ho la gioia di condividere l’esperienza della vita nuova. “Lo sai che io il sabato vado a pregare Gesù? ”, mi diceva con semplicità. A lei e alla sua famiglia devo la vita, sì, quella vita nello Spirito che è la vita vera. Non so dire quanto sia a loro grata per avermi accolta nel grembo della loro famiglia come una figlia e per avermi così generata alla fede. All’epoca mia madre e mio padre erano spesso assenti per lavoro, così era Valentina che veniva a prendermi a scuola e, con Silvia, passavo a casa loro le mie giornate di bambina a giocare, fare i compiti e pregare, pregare, pregare! Sì, dopo una guarigione miracolosa della sorella gemella di Piero, la famiglia Tomassini si era avvicinata alla fede e al R.n.S che in quegli anni era nascente. A casa loro si pregava, si cantava, si lodava, si raccontavano le meraviglie di Dio. Tutto con la stessa naturalezza con la quale si faceva merenda. Con loro il mio primo Rimini, nel 1982. Benedico i miei genitori che, senza timori, hanno lasciato che partissi con loro. Leggendo negli eventi fu una via di bene per me. In quegli anni vivevo la non facile adolescenza delle mie sorelle maggiori e le diverse problematiche familiari oscuravano spesso quella gioia e quella serenità di cui ogni bambino ha bisogno per crescere. Ma il Signore ha provveduto diversamente per me; ricordo i miei sabati al gruppo, da bambina, come una iniezione di spensieratezza, di gioia, di accoglienza, di pace, di amore… di Dio. E solo Dio sa quanto ne avessi bisogno. Sabato dopo sabato è trascorsa la mia infanzia, la mia adolescenza, la mia giovinezza. Con il gruppo Maria anch’io quest’anno ho festeggiato i miei quarant’anni di vita. Benedico Dio per tutti i fratelli del gruppo, che mi hanno accompagnato in ogni tappa della mia vita, e che hanno gioito e pianto con me. Hanno atteso con me la realizzazione del progetto di Dio nella mia vita…festeggiando l’arrivo di Livio, e mi hanno sapientemente indicato la buona vita secondo il Vangelo, mentre diventavo sposa e madre. Con pazienza mi hanno aiutato a comprendere i carismi che il Signore mi donava, svelandomi l’azione dello Spirito, trasmettendomi stupore dinanzi alle meraviglie che Dio opera. Custodisco la parola profetica che il Signore mi ha donato nel giorno della preghiera di effusione ricevuta nel maggio del 1985, a 12 anni. La contemplo nel vederla incarnata nei miei giorni: “e tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore per preparargli la strada” (Lc. 1,76). A distanza di poche ore direi, visto che per Lui mille anni sono come un giorno, anche mio papà, mia mamma ed una delle mie sorelle si sono accostate alla Fonte dell’Amore, ricevendo la grazia della preghiera di effusione e sperimentando la novità di vita che lo Spirito porta con sé. Non conosco un prima e un dopo l’incontro con Gesù Signore. È da sempre e…per sempre. Desidero invecchiare nel gruppo Maria, nel Rinnovamento nello Spirito Santo, nella Chiesa, conservando lo stupore di una bambina davanti a Dio che è all’opera. A Lui la gloria, a me la gioia di preparargli la strada! Grazie! Maura
SIGNORE, NON E' MAI TROPPO TARDI PER LA TUA MISERICORDIA Vivevo nel peccato, sapevo che facevo il male e soffrivo per questo, sentivo dentro di me un dolore un disagio interiore, avvertivo dentro di me il bisogno di uscire dalla mia gabbia di andare verso Gesù ma non riuscivo da sola a rompere le catene e a decidermi. Passavo davanti alla chiesa senza entrarvi, ma chiedevo al Signore la forza di uscire dal mio stato di miseria. Una mattina trovai la forza di varcare le porte della chiesa e lo facevo tutti i giorni per 5 minuti, mi sentivo più leggera lì. Poi decisi di partecipare alla Messa tutti i giorni, avvertivo un senso di pace di consolazione e di gioia, mi sembrava di volare. Durante una visita alle basiliche romane fatta con i parrocchiani, a Santa Maria Maggiore, mi ritrovai inginocchiata ad un confessionale e qui dopo tanti anni di male avvenne l’incontro con la misericordia di Gesù. Promisi di rinunciare al male, decisi di comportarmi da vera cristiana, recitavo il rosario e partecipavo alla messa tutti i giorni. Sentivo la gioia di essere salvata, riconciliata e amata ed era come volare. Incontrai il gruppo Maria per mezzo di una sorella; in quella prima volta, in quel luogo in mezzo a quelle persone che lodavano Dio, sentivo vicino a me la presenza di Gesù, la sua carezza quasi percettibile fisicamente e decisi di continuare a frequentare il gruppo. Nel gruppo Maria scoprii la preghiera di Lode e il canto, l’amore fraterno e la Parola di Gesù, divenne per me una necessità; la parola mi consolava, mi dava pace, mi dava coraggio, era come il pane quotidiano. A sessanta anni sono ritornata tra le braccia di Gesù, per Lui non è mai troppo tardi, e le sue braccia mi hanno sostenuto sempre. Anche se sono un poco lagnosa, Lui è stato sempre con me e oggi, che sono vecchia fisicamente, spiritualmente mi sento più giovane di quando avevo trenta anni ed ero nel peccato. Lode al Signore per la sua infinita misericordia.
ANDARE SEMPRE OLTRE Ricordo sempre con immenso amore e gratitudine verso Nostro Signore Gesù Cristo il giorno in cui ricevetti la preghiera di Effusione; era Domenica del 21 aprile del 1985. Il Signore mi disse:
Lc 4, 18-19 “ Lo Spirito del
Signore è sopra di me;
Mt 4,6 “Ai suoi angeli darà ordini
a tuo riguardo Potrei dire che la mia testimonianza si esaurisce qui. Il Signore Gesù ha mantenuto la sua parola donatami attraverso i fratelli nel giorno della Preghiera di Effusione. Ha mantenuto viva la sua presenza nel mio cuore facendomi sentire sempre protetto dal suo Santo Spirito in tutte le avversità della vita, ma soprattutto facendo sentire la sua presenza nelle mille gioie che la vita mi ha dato: la famiglia , il lavoro, il servizio alla chiesa locale, e in tutte le manifestazioni della quotidianità. Mi ha sempre fatto sentire un suo figlio prediletto e consacrato al suo amore; amore che non mi ha fatto mai possedere per me, ma mi ha sempre spinto a donarlo a chiunque incontravo, in modo particolare verso i ragazzi nei quali riverso sempre il mio essere pazzo di Dio. Nei momenti bui, quando meno te lo aspetti, ti accorgi che Lui interviene a rischiarare le nuvole nere che si accumulano sul tuo capo. Gesù non abbandona mai, rimane sempre vicino e al minimo cenno di cedimento ti prende subito in braccio e ti ridà la gioia ed il sorriso di andare sempre oltre. Il Signore Gesù mi ha dato un meraviglioso dono che è quello di stare vicino alle realtà sociali più fortemente in crisi, operando cosciente di essere strumento nelle mani Sue. Ed è qui che mi sono reso conto che nelle cose che Gesù mi permette di fare davvero gli oppressi riacquistano la libertà, e soprattutto, si aprono i cuori che iniziano a vedere una nuova luce: la luce di Cristo Signore, la luce della Resurrezione. Concludo raccontandovi un piccolo episodio capitato ultimamente. Nel mese di Giugno ho dovuto subire un intervento chirurgico. Da anni risulto allergico a molti medicinali, per cui per me è difficile sottopormi ad interventi o cure se prima i farmaci non vengono testati. Testati tutti i farmaci, il pomeriggio del 25 giugno l’anestesista mi chiama per la vista prima dell’ intervento e mi dice che, dal suo punto di vista, non mi dà nessuna garanzia sul mio risveglio dopo l’intervento. Lascio a voi immaginare che succede dentro di me; detto questo una sua collega entra nella stanza e iniziano a parlare di cose loro, io nel frattempo ho recitato nel cuore un Padre Nostro, un' Ave Maria e un Gloria al Padre, e poi ho detto: “ Gesù mi fido di te”. Il Dottore finisce di parlare con la sua collega e con faccia un po’ triste inizia di nuovo parlarmi dicendomi di pensare a rinviare l’intervento. Lo guardo in silenzio e poi gli dico: "Dottore mi dica dove devo firmare per autorizzare l’intervento!". Lui mi guarda e mi dice: "Qui!"; poi mi chiede se sono sereno, gli rispondo : “Dottore le chiedo solo una cortesia non dica nulla a mia moglie e lei stia tranquillo che andrà tutto bene”. Esco dalla visita e vado in camera. La mattina successiva arriva mia moglie e mi chiede come va, rispondo con un sorriso a 360°. Entrando in sala operatoria dico "Ci vediamo dopo!". Mi portano in sala per l’anestesia e arriva il Dottore e mi dice: “Tutto bene?” gli rispondo con un sorriso e gli dico: “Dottore proceda e stia tranquillo che andrà tutto bene, perché adesso è il Signore Gesù Cristo a prendere tuto in mano” mi risponde un po’ scettico “Si d’accordo, ma la puntura gliela faccio io e non Gesù Cristo”. Rispondo: “Si fidi, si fidi”. L’intervento durò 5 ore mi svegliai senza problemi, e il dottore mi disse: “Anch’io sono molto credente, ma lei mi ha fatto capire che devo ancora andare oltre”. Oggi servo Gesù in parrocchia, nella mia famiglia, nel mio lavoro e in tutto quello che il Signore Gesù mi permette di fare cerco sempre di "andare oltre". Grazie Signore! Nazario
IL PRIMO INCONTRO COL GRUPPO MARIA Sono stata invitata a S. Pudenziana dove si riuniva un gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito. Nell'atrio noto un movimento di persone che familiarmente si accolgono e si salutano per poi entrare in Chiesa. Entro anch'io. Ci sono circa 50 o 60 fedeli. Sento subito canti gioiosi di lode, espressioni di ammirazione e di esaltazione a Dio. Segue l'ascolto della parola e poi un canto melodioso, ma che non capisco se è parlato o mugolato. Ho una sensazione di conforto. Così di sabato in sabato imparo a protendere le braccia verso l'alto e a cambiare la mia preghiera, che era sempre una richiesta di aiuto,in una di grazie, di benedizioni per me e per la mia famiglia. Ora faccio mie le parole del TE DEUM e nell'ascolto e nel silenzio decido che debbo lasciarmi scandagliare dallo SPIRITO, scendere dentro di me al cospetto di DIO e fare verità. Ricucire ogni giorno le lacerazioni accumulate per ricomporre la veste di Cristo. Verificare ogni giorno la santità della mia vita la mia costante conversione misurandomi con la carità, con l'umiltà, con l'obbedienza, con la pazienza, con l'accettazione di cose a me non gradite. E come ho letto su un libretto e condivido: più amerò i miei fratelli, più mi lascerò purificare dallo Spirito e dalla Parola; più amerò il corpo ferito che siamo ciascuno di noi, più questo corpo sarà liberato e risplenderà la perla nascosta in ognuno. LODE A DIO! A.C.
ERO NELLA FOSSA DEI LEONI Ero caduto nella fossa dei Leoni, ero nella melma, fuori di me e dentro di me, quando mi fu diagnosticata la mia sieropositività, era il 1987. Era il giorno in cui solo Gesù passò accanto a me e mi chiamò per nome, e io gli dissi: "Signore finalmente ti sei ricordato di me". Il cambiamento operato in me lentamente non è certo opera mia, ma della grazia. Mentre un giornale di Roma chiamava zombi viventi quelli come me, io invece cominciavo a rinascere come un bambino nella mia solitudine e nella mia angoscia. Sono stato svezzato da Maria con il Rosario, ed Ella mi ha condotto al cuore del figlio e mi ha tuffato dentro quel Cuore dicendomi: "Impara a nuotare". Ho scoperto così’ un oceano infinito di Misericordia. Era necessario tagliare i ponti con la mia vita passata, era necessario staccare la spina dalle forze ingannatrici di satana e dalle amicizie pericolose, e cosi feci, non io però, ma la grazia che operava in me. L’Amore di Gesù cambia tutto e mette tutto al giusto posto e quello che sembra umanamente impossibile si verifica per grazia. Mi sono attaccato alle Mammelle della Chiesa e lo Spirito Santo mi inondava di Consolazioni e di Tenerezza, la vicinanza di Gesù era quasi percettibile ai miei sensi spirituali, e anche il corpo mi sembrava averne giovamento. Io non capivo molto queste cose, di queste effusioni amorose, di queste lacrime dolcissime. Avevo bisogno di latte spirituale e della parola di Dio e l’aiuto di alcuni Santi Sacerdoti e dei fratelli del gruppo Maria furono il mio latte spirituale; in questo gruppo sono stato svezzato e per esso rendo grazie al Signore. Non ho mai visto la mia malattia come un castigo di Dio, come tuonavano alcuni in quel periodo. Ho imparato alla scuola di Gesù a non giudicare nessuno e ho capito che la misericordi di Dio opera in tutti e avvolge tutto, ed opera proprio lì dove tu ti senti sconfitto, si proprio lì Lui pianta il vessillo della Sua Vittoria, la Croce. Egli sconfiggeva il male che era dentro di me rispettando la mia libertà e il mio dolore, ma con il suo amore. Compresi così che nulla era perduto, che tutto era riscattato, che non era inverno ma primavera e che Lui in me, lentamente, quasi in maniera impercettibile, delicatamente rispettoso dei miei tempi e anche delle mie fragilità, faceva, e continua ancora oggi a fare, nuove tutte le cose. Non sono mancati in questi anni le cadute e le insinuazioni del maligno o i momenti di disperazione, ma ho capito che Gesù è sempre li ad aspettarmi. Vero è anche che per primo andavo da Maria, ma Lei, inevitabilmente, mi rispediva a Gesù. Vi dico una mia scoperta: c’è un momento in cui l’inferno trema e i Santi gioiscono in paradiso, è il momento in cui il figlio si inginocchia davanti ad un confessionale e dice: "Padre ho peccato"; in quell’istante, ne sono convinto, in paradiso si fa festa, sobbalza di gioia il grembo di Maria per il figlio ritrovato e si fa festa anche nella Chiesa. Non giudichiamo e non condanniamo nessuno, solo Dio conosce la storia e il cuore di ogni suo figlio. Sono morti circa quaranta milioni di fratelli di Gesù di Hiv, io li chiamo così, e spero che si siano fatti raggiungere dalla misericordia di Gesù e di incontrarli tutti in Paradiso. Un fratello mi disse un giorno: "Il Signore non ti guarirà, ma non ti farà morire". Sono ancora qui, in questa valle di speranza, testimone silenzioso dell’amore inesauribile di Cristo Signore, grato a questo gruppo ai miei fratelli che mi hanno svezzato. Quanti doni Signore, quanti regali, quante battaglie, quanta misericordia in questi anni: a Te la lode la gloria l’onore nel tempo e nell’eternità, Amen. Il Signore ha avuto misericordia!
GUARDANDO LA MIA VITA CON GLI OCCHI DI DIO Nel dicembre del 1983 mi recai per la prima volta al gruppo “Esulta figlia di Sion” di RC, spinta dalla curiosità di comprendere cosa spingesse mia sorella, poco più che quattordicenne, a lasciare le sue amiche ed i suoi svaghi pomeridiani, fino ad allora irrinunciabili, per andare con un’amica di nostra madre ad un gruppo del RNS, fino ad allora sconosciuto. Arrivai al gruppo durante il seminario di vita nuova che allora si svolgeva nell’arco di una settimana e feci in tempo ad ascoltare le ultime catechesi tra cui quella sull’Effusione dello Spirito. Fui subito travolta dalla preghiera, dai canti, dai passi profetici che sembrano proprio indirizzati a me, e non riuscivo a contenere le lacrime. Durante la preghiera il Signore mi aveva toccato e il mio cuore si era sciolto. Ricevetti l’effusione il 6 gennaio 1984, giorno dell’Epifania di Gesù, e alla fine della preghiera sentivo che lo Spirito aleggiava intorno, era quasi palpabile, e penetrava nel mio cuore e nelle ossa, e rompeva quel muro di separazione tra me e Dio che io stessa avevo costruito, mettendo Dio sul banco degli imputati. Da quel giorno è iniziata una nuova vita per me: l’effusione ha impresso una svolta nella mia vita, determinante per la mia esistenza e per il mio nuovo rapporto con Gesù. Il Signore mi donava una nuova mentalità: cambiava la percezione che avevo delle cose, le vedevo in modo diverso, con occhi diversi. Gesù era al centro di tutto, nasceva in me il desiderio della “conoscenza” di Dio, di ascoltare la sua Parola e di comunicare ai miei amici il “santo contagio”. Ho sentito crescere l’amore di Dio, il suo perdono, la sua amicizia. Ho compreso che Lui è stato sempre presente nella mia vita, non mi ha mai abbandonato anche quando lo accusavo delle mie sofferenze, ma pazientemente mi aspettava,per farmi capire che dovevo rileggere la mia vita facendomi guidare dallo Spirito, perché nulla avviene “per caso”. Il 2 luglio 1990 mi trasferii a Roma per motivi di lavoro e dopo qualche settimana, su indicazione di una suora, iniziai a frequentare il gruppo Maria, che allora si riuniva nella Chiesa di S. Apollinare, di sabato, come il mio primo gruppo. In questi anni ho conosciuto e condiviso con tanti fratelli veramente innamorati di Gesù, fratelli che desideravano e desiderano vivere la via nuova dei figli di Dio. Ho conosciuto fratelli che considerano il valore della loro vita nella disponibilità a Gesù e che ritengono che la cosa fondamentale per un cristiano è la testimonianza, che Gesù è il senso di tutto. In tutti questi “sabati santi” il Signore non ci ha fatto mai mancare la sua Parola, la sua Presenza, e con i tantissimi fratelli che sono venuti al gruppo, ci siamo passati da cuore a cuore la speranza, la fede, la gioia, e ci siamo reciprocamente incoraggiati nel cammino di fede. Dopo quasi 30 anni di appartenenza al RNS posso dire che è stata una chiamata del Signore attraverso il gruppo e lo ringrazio perché è stato generosamente presente nella mia vita personale e mi ha donato mio marito, Teodoro. Ringrazio il Signore per i 40 anni del Gruppo Maria nel quale il Signore ha fatto grandi cose e continua a fare donandoci sempre nuovi fratelli. Antonella
HO IMPARATO AD AMARE Sono nata in una famiglia patriarcale e fino a 17 anni sono vissuta in famiglia. Non era facile la mia famiglia: le donne erano considerate inferiori rispetto agli uomini, e non mancavano episodi di violenza da parte di mio Padre che, con il suo comportamento, terrorizzava tutti a causa dell’alcool. A 17 anni mi trasferii a Roma per lavoro, sentivo un senso di liberazione, non frequentavo la Chiesa. Ma la mia libertà durò poco, mio padre e i miei fratelli si trasferirono a casa mia e qui continuarono le umiliazioni e i maltrattamenti; il frutto del mio lavoro veniva assorbito da loro ed ero trattata come una loro schiava. Non riuscivo a liberarmi di loro ero mentalmente crollata, le mie ferite interiori urlavano e non trovavo soluzione. Questa situazione si protrasse per 20 anni. Non riuscivo ad odiare, ma neanche ad amare, dentro mi sentivo come impietrita. Mia sorella seppe che in parrocchia si stava formando un gruppo di preghiera e mi invitò a partecipare. Accettai e il sabato andai; erano 15 persone e lì si respirava un clima di preghiera, una preghiera spontanea che usciva dal cuore: finalmente sentivo parole diverse, che toccavano il mio cuore, e lentamente mi avvicinai al Signore. In seguito il gruppetto venne chiuso, e alcuni di noi si trasferirono al gruppo Maria. Qui incominciò il mio cammino; mi lasciavo trasportare dalla lode e dal canto e avvertivo su di me la tenerezza di Gesù, mi affascinava l’accoglienza dei fratelli e la loro disponibilità. Sentivo che il Signore mi amava anche attraverso i fratelli. Un fratello del gruppo mi chiamò per un aiuto; lui viveva solo, aveva un problema al ginocchio, io mi prestai volentieri e diventammo amici. L’amicizia si trasformò poi in qualcosa di diverso. Avevamo tutti e due una bella età ed eravamo soli, così decidemmo il matrimonio. Abbiamo messo insieme le nostre povertà e le nostre ricchezze sia morali, sia spirituali che materiali e abbiamo piantato sulla nostra unione il segno della Croce. Abbiamo affrontato mille difficoltà insieme, ma nonostante le nuvole e le tempeste, tutto prosegue, perché sulla nostra barchetta abbiamo fatto un posto speciale a Gesù ed è Lui che conduce tutto. Nonostante i nostri limiti , le nostre paure e le nostre debolezze,non temiamo, perché sappiamo che nulla ci separerà dal suo amore. Abbiamo sperimentato la sua tenerezza in mille modi, anche se a volte non è facile comprenderlo, ma siamo sicuri che Gesù fa e farà il meglio per noi, non perché siamo migliori ma semplicemente perché lo abbiamo preso sulla nostra barchetta e il timone è nelle sue mani. Tutto questo a gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
UN TUNNEL DI MANI INTRECCIATE CHE CONDUCE ALLA LUCE Il mio incontro con il Gruppo Maria è stato frutto della preghiera personale, come suggerito dal direttore spirituale del gruppo “ Maria” della Chiesa di Santa Maria La Nova di Vibo, ovvero ( come denominata), Chiesa dello Spirito Santo. Avevo lasciato la mia Terra per venire a Roma per frequentare un Master di II° livello all’Università La Sapienza, proprio dieci anni fa e volevo proseguire il cammino spirituale intrapreso nel citato Gruppo, dove avevo ricevuto l’Effusione. Tra tanti Gruppi e indirizzi segnalati da Don Filippo, la mia scelta andava al Gruppo Maria che si riuniva, allora, nella basilica di Santa Pudenziana.Il primo incontro è stato molto particolare, nel senso che, un vero incontro non è avvenuto: trovai la Chiesa deserta con affisso un messaggio del Gruppo che segnalava l’assenza per un seminario spirituale nella chiesa del Divino Amore. Ci rimasi un po’ male, ma dopo qualche settimana ritornai al Gruppo.La preghiera personale e comunitaria riusciva sempre a darmi tanta gioia, anche se c’era un’ombra latente nella mia anima. Era stato un periodo molto buio, caratterizzato da numerosi lutti in famiglia che si erano susseguiti nell’arco di un decennio. Di notte facevo un incubo ricorrente e mi svegliavo di soprassalto non riuscendo più a dormire: sognavo di trovarmi nella luce e mentre camminavo a braccetto con una persona cara, ad un certo punto, entravamo in un tunnel! La sensazione che provavo era di una angoscia profonda, poiché ero avvolta dal buio e non riuscivo più a scorgere la luce per uscirne fuori, ero come immobilizzata! Durante un incontro di preghiera, ad un certo punto, un fratello pronuncia proprio queste parole: <<Il Signore vuole rassicurare una giovane donna presente alla preghiera e vuole dirle che non deve avere timore, non deve essere angosciata, in quanto alla fine di quel tunnel c’è una Luce intensa, radiosa e, dentro questo tunnel ci sono tante mani che si intrecciano, creando unione e una preghiera corale>>.La preghiera era rivolta proprio a me, che ero angosciata per la morte improvvisa, in un incidente stradale, di un ragazzo che amavo. Gesù mi diceva di non avere timore, di non provare angoscia perché Fabio era nella Luce radiosa e non voleva che provassi angoscia e preoccupazioni per lui. Tante mani che si intrecciavano in un tunnel dove alla fine si intravedeva una Luce radiosa! Dopo quell’incontro di preghiera non ho più avuto quell’incubo ricorrente e, a distanza di dieci anni, frequento ancora il Gruppo Maria che considero una famiglia! Voglio lodarTi, benedirTi e ringraziarTi Signore Gesù per questo incontro con il Gruppo Maria. Giovanna
UN DESERTO PIENO D' AMORE Vorrei cominciare questa testimonianza ringraziando il Signore per avermi dato la possibilità di crescere all’ombra delle Sue ali sin da quando ero molto piccola. La mia famiglia infatti conobbe il Signore nel 1975 nel gruppo Maria del RNS quando io avevo 2 anni e i momenti più belli della mia fanciullezza li ho trascorsi con i fratelli del gruppo e con i sacerdoti che il Signore ci ha fatto dono di conoscere e che riempivano la nostra casa di pace e felicità. Dietro queste meravigliose persone sentivo la presenza, se pur ancora silenziosa, di Gesù che aveva preso la mia mano per non lasciarla più. Questo chiesi infatti al Signore da bambina: "Rimani sempre con me perché non voglio perderti e ho paura della vita". Ero una bambina emotiva e insicura e la mia sola sicurezza era in Gesù che mi donava, malgrado le mie fragilità, tanta speranza. Una Speranza che non vedevo nelle persone che non conoscevano Dio e mi sembrava assurdo che fossero sempre così apatiche e tristi. Sin dalle elementari mi sentivo spinta a parlare di Lui con i miei compagni di scuola, ma i bambini erano più attratti da Babbo Natale….che delusione! Durante quel periodo ricevetti la preghiera di Effusione e Dio mi donò delle letture che si concretizzarono veramente nella mia vita. Ma man mano che gli anni passavano e diventavo ragazza, avevo bisogno che quella presenza non fosse più silenziosa ma parlasse al mio cuore. Quella presenza, che mai mi ha lasciato, diventava sempre più nascosta e non capivo perché. Il gruppo era il luogo in cui ero cresciuta ed era la mia realtà di vita come unico rifugio dal mondo. Sentivo che dovevo far crescere e personalizzare il mio rapporto con il Signore e non vivere più la mia fede attraverso quella degli altri, altrimenti il mio cammino spirituale si sarebbe fermato e sarebbe rimasto infantile trasformando la mia fede in abitudine e in un’ideologia come stava lentamente avvenendo. Verso i miei 18 anni ricevetti una preghiera dai fratelli del gruppo ed il Signore mi diceva che “voleva formare il mio essere donna e che mi avrebbe portata lontano”. Le vicende della vita mi portarono pian piano ad allontanarmi dal gruppo. Per la prima volta fui immersa nel mondo con i suoi dolori, sbagli, ma soprattutto venni a contatto per la prima volta con le comuni persone che non conoscono Dio. Mi sentivo una barchetta in mezzo al mare in tempesta e fu così per tanti anni. Passai momenti sempre più difficili e psicologicamente tristi con un senso di disistima nei miei confronti, ma sentivo che dovevo vivere quei momenti poichè non erano casuali: il Signore si era nascosto per farmi crescere! Malgrado vivessi un deserto interiore, sapevo di appartenere a Lui e questa certezza è sempre stata la mia àncora di salvezza e l’unica fonte di vera gioia. Una sera mi rivolsi a Dio con una profonda preghiera e gli chiesi: "Signore, ho bisogno di amare e di essere amata. Ti supplico donami un uomo che mi voglia veramente bene per quello che sono". Dopo 3 giorni conobbi colui che ora è mio marito. Non era credente, ma il suo essere profondamente buono incominciò a guarire lentamente le mie insicurezze. Io e Daniele ci sposammo e, a causa delle difficoltà lavorative ed economiche che abbiamo in Italia, decidemmo di trasferirci in Svezia. Io vissi lì per un anno nell’attesa di trovare una sistemazione lavorativa fissa tale da poter permettere a Daniele di riuscire a raggiungermi stabilmente. Ma Dio aveva progetti ancora più grandi; infatti lontano dalle mie radici e dalle mie sicurezze, ritrovai Dio nel mio cuore! Un pomeriggio mi trovavo da sola nel piccolo appartamento dove vivevo in affitto in Svezia e sentii un desiderio irrefrenabile di mettermi in contemplazione del Signore davanti ad un quadro di Cristo che si trovava in quella casa. Sentii una profonda nostalgia di Gesù e mi sentii d’improvviso pervasa dal profondo Amore di Dio. Dopo anni di silenzio il Signore si stava finalmente mostrando e cominciò a farmi ripercorrere nella mente i momenti più importanti della mia vita vissuta sino a quel momento. Iniziai a sentire il desiderio di perdonare le persone che mi avevano fatto del male durante quegli anni e più perdonavo e più il mio cuore guariva dalla tristezza. Alla fine la mia bocca si aprì in un canto in lingue. Fu l’inizio di una profonda guarigione e un meraviglioso abbraccio con Gesù. Sentivo quanto mi era profondamente mancato in quel Suo lungo silenzio. Il Signore sapeva che era stato necessario farmi vivere quegli anni di tribolazione per poterLo ritrovare. Al nostro ritorno in Italia mio marito ed io decidemmo di andare a Torino per l’esposizione della Sacra Sindone: un richiamo al quale non potei resistere per l’inizio di un nuovo cammino con Gesù. Fu un momento che non dimenticherò mai. Compresi ancora di più quanto il Signore mi amava attraverso l’immagine di quel corpo straziato dal dolore e impresso su quel telo. Non ho parole per esprimere quel momento di contemplazione. Anche mio marito ora ha incontrato Gesù e, grazie al suo cammino nel seminario di Effusione, ho avuto la possibilità di rivivere con gioia i momenti di preghiera comunitaria con i fratelli del gruppo Maria al quale devo tanto, perché è stato il luogo dove io e la mia famiglia abbiamo conosciuto il Signore. Ora Daniele ed io lodiamo Dio per quello che ha compiuto nelle nostre vite e per quello che compirà. Grazie Signore per avermi creata ed amata in ogni momento del mio cammino. Vivo nella gioia di incontrarti un giorno nella Patria Celeste. Amen! Silvia
ESULTA IL MIO CUORE ALLA TUA PRESENZA Ringrazio il Signore per essersi fatto conoscere nella mia vita. Provengo da una famiglia, per così dire, cattolica, ma che in realtà non ha mai cercato veramente Dio. Lo vedevo come una figura lontana, estranea alla mia vita, inesistente. Mi chiedevo dove fosse, alla luce di tutto il male che riempie questa terra. Nella mia adolescenza maturavo in me sempre più la convinzione che la vita è fatica e dolore e si alternavano in me periodi di apatia e di tristezza. Provavo un sentimento di sconfitta per ogni cosa. Gli unici momenti in cui mi sentivo meglio erano quando mi rifugiavo nella musica e nella natura che ho sempre tanto amato. Forse lì il Signore stava già lentamente parlando al mio povero cuore. Sentivo però che esisteva qualcosa che andava fuori la realtà tangibile e che esisteva una sfera spirituale che non sapevo definire.La tristezza si faceva spesso sentire in modo forte e ho incominciato a chiudere il mio cuore alla parola “gioia”. Inaspettatamente conobbi colei che è ora mia moglie e mi stupiva vedere in lei una gioia diversa da quella che si vede nel mondo. Ai miei occhi sembrava quasi un “cartone animato” sempre contenta, con il sorriso e, soprattutto, innamorata della vita! Mi rispondeva che il motivo della sua gioia era Gesù. Devo confessare che mi sembrava matta perché parlava di Lui con una incredibile familiarità e convinzione. Ma sentivo che non poteva essere solamente una sua illusione….c’era qualcosa di vero in ciò a cui lei credeva con tanta certezza. La invidiavo in parte, ma non la capivo! Dopo il matrimonio mia moglie ed io abbiamo dovuto affrontare dei momenti forti e fare delle scelte difficili per motivi economici e di lavoro. Cominciai a cercare la mia spiritualità, ne sentivo il bisogno, ma non capivo il perchè: passai dal documentarmi su argomenti che prima mai mi avrebbero interessato, dalle filosofie orientali fino ad arrivare alla fisica quantistica con tutto quello che si poteva trovare nel mezzo. Ma la Verità non era lì… Intanto qualcosa stava cominciando silenziosamente a lavorare dentro di me e senza accorgermene per la prima volta sperimentavo momenti di contemplazione. Sono stati periodi duri e delle volte mi ritrovavo a consolare mia moglie con frasi da me mai pronunciate prima, come: Vedrai che il Signore ci guiderà. E, puntualmente, così avveniva. Nella primavera 2010 andammo a Torino per l’esposizione della Sindone. Vedere impresso il corpo straziato di Cristo su quel telo e conoscere di più la Sua passione, mi fece realizzare che il Signore non era più un mito lontano a cui ero abituato a pensare, ma una persona reale e presente. Qualcosa dentro di me mi spingeva a cercare Dio sempre di più finché decisi di frequentare il seminario di Effusione dello Spirito Santo. Al primo incontro il Pastorale chiese ad ogni effusionando cosa si aspettava da quel cammino e cosa chiedeva al Signore. Io risposi che avrei voluto che guarisse e sciogliesse il mio cuore di pietra. Non fu una passeggiata: ogni volta che mi dovevo recare agli incontri diventavo pigro e nervoso, ma alla fine andavo. Arrivò il giorno dell’Effusione: 17 marzo 2013. Il Signore mi parlò attraverso la Parola in modo profondo, ma io non riuscivo ancora a sentire la gioia dello Spirito in me. Mi sentii un po’ triste e forse deluso ma sentivo che lo Spirito stava facendo il Suo percorso. Speravo che qualcosa prima o poi accadesse. Il Signore non si fece attendere e cominciò a parlarmi attraverso la biografia di San Francesco d’Assisi che cominciai a leggere dopo pochi giorni dall’Effusione. Mi ritrovavo con gli occhi lucidi e il mio cuore si invaghiva sempre più del Signore attraverso la vita di questo Santo. A maggio partimmo con mia moglie per Assisi e fu come un tuffo in Cristo. Mi sentivo strano, diverso, come se il mio cuore si stesse arrendendo ad un potente richiamo. Trascorremmo lì 3 giorni. Arrivammo alla cripta di San Francesco. Appena entrai ebbi subito un nodo in gola. Pregammo prima un po’ insieme. Dio ci donò il passo dell’Effusione dello Spirito e poi incominciammo a pregare singolarmente. Non riesco a spiegare ciò che successe di lì a poco. La mia preghiera era un dialogo profondo di gratitudine a San Francesco. All’improvviso sentii che i miei pensieri, in quel momento, non venivano più soltanto dal cervello, ma direttamente dalla mia anima. D’improvviso dietro alla figura del Santo sentii farsi presente e potente quella di Gesù. Non riuscivo a pensare a nulla ma mi ritrovai completamente abbandonato all’Amore di Dio come in un fiume che scorre. A quel punto non dovevo più pensare a pregare perché ero nella preghiera! Avevo perso la concezione del tempo e l’unica cosa che desideravo era rimanere lì e lasciarmi amare e, a mia volta, amare. Amore però è una parola talmente umana…piccola e limitata, che mai potrà fare capire quello che veramente è l’infinita immensità di Dio. Nessuna parola umana lo potrà mai spiegare…tutto ciò, va oltre i nostri 5 sensi! Quando uscimmo dalla basilica mi sentivo sconvolto e come rintontito e avrei voluto ritornare dentro come attratto da una potente calamita. Non avevo mai provato nulla del genere. Ora so che il Signore sta guarendo il mio cuore e ha trasformato la mia vita che ora vedo come un dono e un passaggio verso l’Eternità. Ringrazio i fratelli del gruppo che mi hanno seguito con tanto amore e soprattutto ringrazio Dio di aver trasformato il mio buio in luce! Lode e gloria a te Signore Gesù! Daniele
ERANO CIRCA LE QUATTRO DEL POMERIGGIO Quando ho incontrato il Gruppo Maria ero già credente, potrei dire che in qualche modo avevo incontrato e conosciuto Cristo, anzi, mi correggo, Gesù mi si era fatto vicino e aveva toccato il mio cuore in alcune situazioni della mia vita. Ma proprio questo incontro e questa conoscenza alimentavano in me un desiderio più vivo e più profondo di intimità che però non si realizzava. La mia vita spirituale non mi soddisfaceva del tutto, andavo a Messa, leggevo occasionalmente il Vangelo, praticavo i sacramenti, ma non mi bastava. Non mi attraeva la dottrina, non mi interessava il catechismo. Non saprei dire se allora ne avessi una coscienza chiara, ma c'era forte dentro di me l'esigenza ontologica inappagata di avere quasi un contatto fisico col Signore che non veniva soddisfatta dalla pratica, tutto sommato modesta, della vita religiosa abituale. Mia moglie Cristina frequentava già da qualche anno un piccolo gruppo di Rinnovamento e mi raccontava come si riunissero a pregare e quanto fosse bello; io ero contento per lei ma la cosa non mi interessava pensando che si trattasse di riunioni simili alle altre che si fanno in parrocchia e che non mi entusiasmavano affatto. Il Gruppo frequentato da Cristina era il Gruppo Maria della Parrocchietta, un gruppetto filiato dal Gruppo Maria, che si riuniva di pomeriggio in un giorno infrasettimanale e che alla fine di giugno chiudeva per la pausa estiva. A mia moglie, che si dispiaceva per questa pausa, avevano consigliato di andare al "Gruppo Madre" che continuava le riunioni per tutto il mese di luglio e che si riuniva di sabato nella chiesa di Santa Maria della Consolazione. Fu così che mi chiese di accompagnarla, cosa che accettai di fare volentieri perché vedevo che ne aveva desiderio, ma devo dire che mi sentii anche “spinto” a farlo. Gv 1, 39 «erano circa le quattro del pomeriggio». Era il pomeriggio del primo sabato del mese di luglio del 1995. All'arrivo trovai l'accoglienza e, un po' sorridendo per tanta semplicità e ingenuità, mi lasciai accogliere dagli abbracci e dai saluti di benvenuto. Finalmente ci siamo seduti ed è iniziata la preghiera. I canti, le lodi, la proclamazione della Parola di Dio, il canto in lingue, mi apparvero subito belli e, in un certo senso familiari, come se li avessi conosciuti da sempre. Anche la gestualità, come le mani alzate, le trovai naturali e per nulla strani, mi piacevano; ma stavo ancora nella posizione di chi osserva; era un po’ come se stessi a teatro: guardavo il fiume di grazia che scorreva, lo ammiravo come fosse un bel paesaggio, ma l’acqua ancora non mi aveva bagnato. Osservavo anche con curiosità gli animatori della preghiera, disposti di fronte all’assemblea, che nella mia mente avevo etichettato come “i carismatici” di cui avevo sentito parlare, e cercavo di capire che tipi fossero queste persone che “parlavano come la Bibbia” e che si diceva avessero dei “doni”. Il colpo arrivò con la profezia quando, ad un certo punto, venne proclamata una parola che parlava dell’amore materno di Dio e poi, all’improvviso risuonò, come venisse dal Cielo, una profezia che diceva "IO TI AMO" e che fu ripetuta più volte perché non ci fossero dubbi. Mi colpì come un fulmine, ebbi la certezza che Dio stava parlando proprio a me. Era quello che avevo cercato per tutta la vita, l'esigenza intima della mia esistenza. Quella parola "IO TI AMO" mi ripagava delle mancanze d'amore sofferte durante l'infanzia, colmava un vuoto incolmabile, finalmente dava voce a Dio, o meglio, mi dava la possibilità di ascoltare una voce e una parola che da sempre Lui mi aveva detto ma che non avevo mai potuto udire con i miei orecchi. In quel momento l’acqua del Fiume di Grazia prese a bagnarmi e al contempo lacrime presero a sgorgare dai miei occhi … era finito l’esilio, ero arrivato a casa. Gaetano
UBRIACHI DI SPIRITO SANTO Avevo compiuto da poco i quarantuno anni di età. Nel maggio 1973 avvenne un episodio straordinario: la guarigione prodigiosa della mia gemella Cecilia che era in fin di vita per un cancro. Questo fatto aveva scombinato la mia vita di “non praticante”. Il Signore aveva esaudito una mia richiesta alla quale ero stato “costretto” in extremis". Dio aveva dunque preso l’iniziativa per aprire con forza quella porta chiusa che gli impediva di entrare nella mia vita. Eppure, anche se quello che era avvenuto non poteva lasciare ombre di dubbi, non avevo minimamente idea di chi fosse veramente questo Dio. Una cosa mi era chiara: non bisognava farlo arrabbiare, altrimenti ci poteva ripensare, così andavo alla Messa festiva. Ma volevo sapere meglio chi era, e mi misi a studiare come un matto leggendo un pò di tutto. per circa due anni. Ma nulla riusciva a soddisfare pienamente il mio grande desiderio di conoscerlo. Ero solo arrivato alla conclusione che il Dio della religione cattolica (che però conoscevo solo concettualmente) doveva essere quello vero. Fu al termine di una funzione domenicale, era il 18 giugno 1975, che venni attratto da un numero della rivista “Famiglia Cristiana. Riportava vistosamente, addirittura in copertina, la notizia di certi carismatici che pregavano “in seimila lingue”. Il fatto mi incuriosì moltissimo. Mi ripromisi perciò di andare al più presto a verificare di cosa si trattava. Le riunioni, così diceva l’articolo, si tenevano di sabato presso le Suore Pallottine in Via di Porta Maggiore. Quando dopo diversi impedimenti riuscii finalmente ad andarvi, rimasi sconvolto: una palestra di ginnastica, affollata di gente che pregava. Volti con occhi spesso socchiusi ma che esprimevano un compiacimento incomprensibile! Ecco che dopo pochi istanti inizia il preannunciato canto in seimila lingue! Poi ad un tratto cade il silenzio. Qualcuno parla in quella strana lingua e, subito dopo, un altro traduce. “Forse era veramente aramaico” mi dissi. Dentro di me si instaurò un combattimento tra una grande diffidenza e una grande attrazione. Più ragionavo è più non capivo. Ad un certo punto accadde l’imprevisto. Mi sentii come pervaso da un grande ed inspiegabile amore. Mai nessuno mi aveva amato così! Avvertì contemporaneamente un grande dolore per la mia vita di peccato ed in questa inaspettata situazione mi accorsi che lacrime stavano scendendo sul mio volto. Molto imbarazzato mi guardavo intorno e vidi che alcuni presenti mi sorridevano bonariamente, annuivano con la testa come segno di approvazione, direi proprio di compiacimento. Per il secondo tempo era prevista una Celebrazione eucaristica. Ormai compromesso decisi di arrivare alla fine. A fianco della palestra c’era un giardinetto e vi stava passeggiando un “Cappuccino”. Mi rivolsi a lui per confessarmi. Cosa assolutamente imprevista: anche lui mi sembrava stranamente compiaciuto per i miei peccati. Ma che gente strana! “Forse sono caduto nel bel mezzo di una setta” mi dissi e “starò attento, d’altronde che mi possono fare ?” Avevo portato con me Roberta, la mia seconda figlia che allora aveva 9 anni: “Roberta stai vicino a papà e assolutamente non ti allontanare! ” Cominciò la Messa ed ecco che, nel bel mezzo della Celebrazione, ancora una volta le lacrime cominciarono a colare abbondanti sul mio viso. Al termine della Messa, andando via, mi rivolsi ad una persona che mi sembrava di casa: “ma cosa sono queste lingue strane?” La risposta fu enigmatica: “leggiti la pentecoste !“ Ripresi la via del ritorno verso Colleferro. In macchina mi venne spontaneo dire a Roberta:“Roberta ma che impressione ti hanno fatto?” e lei: “Papà mi sembravano tutti ubriachi però mi erano simpatici!“ A casa trovai nella Bibbia la pentecoste e allora compresi con quale vino si erano ubriacati. A Valentina, mia moglie, dissi solo che avevo visto gente strana e che mi sarebbe piaciuto avere la sua impressione. Tornammo insieme il sabato successivo: il rituale fu più o meno lo stesso. Mi stavano tornando dei dubbi quando mi girai verso mia moglie: lacrime abbondanti colavano sul suo volto. Chiesi stupidamente: “Ma che fai?”. E Valentina: “Te possino… me lo potevi dire che qui si piangeva!” Tornammo tante altre volte… fino ad oggi.. e c’è ancora tanto da scoprire e da capire…perché l’amore di Dio è una novità senza fine. Piero
Improvvisamente l’incontro ….. La misericordia del Signore Gesù scese con forza su di me, trasformando la mia vita, nel 1978, e nel 1979 “servendosi” di un anziano Padre Gesuita conobbi i carismatici. Era un tiepido settembre e durante una conversazione con Padre Bertone, così lui si chiamava, improvvisamente mi disse: “tu devi andare a pregare in un gruppo carismatico …”. Chiesi: “ E chi sono?” Risposta: “Persone che pregano in un modo nuovo … a Roma ci sono tanti gruppi …”. Ed io: “Bene … e io in quale gruppo debbo andare?”. Padre Bertone chiuse gli occhi … li riaprì: “Vai al gruppo Maria del Caravita … oggi è sabato e loro sono lì a pregare”. Il sabato successivo salivo gli scalini dell’Oratorio del Caravita …. diventò un appuntamento gioioso atteso per tutta la settimana. Non percepivo cosa mi stava accadendo, ma ero contenta …. Conobbi la delicatezza del Signore …. mi sentii amata, mai giudicata. Certo non è stato facile e non è facile seguirlo … ma non potrei farne a meno. Ancora oggi benedico quel lontano “VAI” del Padre Gesuita. Il Signore Gesù mi aveva pazientemente atteso in un tardo, tiepido pomeriggio di settembre del 1979. Alleluja! Carla
Era il 1973 quando per la prima volta abbiamo sentito parlare dei "Carismatici". Subito mio marito Giuliano ha telefonato al padre "Manrico" pensando "Questa è una cosa adatta a lui che sta sempre in Chiesa e che se ne intende di religione" non sapendo che presto avrebbe coinvolto tutta la famiglia. Infatti prima Manrico, poi mia suocera Claudia, Poi mia cognata Maristella, poi mio cognato Daniele con la moglie Anna Maria... A questo punto la cosa si faceva seria e mio narito mi ricordo che disse : Se entra nel gruppo anche Cecilia (ultima cognata di 18 anni)allora c'è da riflettere" Io e mio marito eravamo sposati da 7 anni con due bambini, ma le cose non andavano bene tra di noi, sempre in lite e in discussione, pieni di rabbia uno contro l'altro, lontani dal Signore, dalla Chiesa e dai Sacramenti. Già si parlava di separazione. Le preghiere di tutta la famiglia Rossi intanto stavano facendo breccia nei nostri cuori e li stavano preparando .Così un giorno finalmente abbiamo accolto l'invito ad avere una preghiera dei fratelli su di noi. Cosi siamo andati a questo incontro con il cuore colmo di tristezza per la nostra situazione matrimoniale e colmo ddi aspettativa..di che ? non lo so, di un miracolo? di una speranza che qualcosa potesse succedere nella nostra vita. Era il 13 giugno 1974 quando il Signore attraverso la preghiera dei fratelli ha fatto sbriciolare il muro che ci divideva, una montagna di rifiuti, di parole grosse, di dispetti , di accuse reciproche si è disciolta davanti a noi. Abbiamo potuto ricominciare ad amarci e a camminare insieme e di intraprendere questa grande avventura della vita nuova in Cristo che finalmente avevamo incontrato e che ha costituito il centro della nostra nuova vita. Ancora mi commuovo al ricordo di quel giorno anche se sono passati tanti anni e soprattutto della grandissima grazia che il Signore ci ha fatto perchè ci ha preso per mano insieme, nello stesso momento e abbiamo potuto sperimentare la misericorda e l'amore del Signore inisieme, Questo matrimonio che doveva finire dopo sette anni è durato invece 43 anni di vita insieme . Alleluja!!!
Maria Monica
Testimonianza di Marina e Roberto Benedirò il Signore in ogni tempo, nella mia bocca sempre la sua lode….. Siamo una famiglia del RNS Roberto e Marina ringraziamo e siamo grati a Dio per tutte le meraviglie e i prodigi che ha compiuto nella nostra vita personale, di coppia e nel RNS. Siamo entrati nel RNS nel 1982 alla scala santa con il nostro carissimo Padre Paolo Podda (nostro padre spirituale da sempre) e nel 1983 abbiamo ricevuto la preghiera di effusione dello Spirito Santo al gruppo Maria che per diversi anni abbiamo frequentato. Poi il Signore ci ha chiamati insieme ad altri fratelli ad aprire un gruppo del RNS nella nostra parrocchia che ancora adesso frequentiamo. Il RNS è vita per noi, abbiamo sempre avuto nel nostro cuore la certezza che questa corente di grazia, è un cammino di vera conversione, attraverso la potenza dello Spirito Santo. Ringraziamo il Signore Gesù che in tutti questi anni si è fatto vita per noi attraverso la Sua parola che si è incarnata nel nostro quotidiano. “Molte sono le sventure del giusto, ma da tutte lo libera il Signore”. Questo è avvenuto in tutti questi anni abbiamo avuto difficoltà materiali, prove, sofferenze, delusioni e nello stesso tempo tanta gioia, tanti fratelli nella fede a cui vogliamo bene e ci vogliono bene. Ringraziamo il Signore per il Dono della perseveranza. Lo ringraziamo per essere parte di questa famiglia del RNS, della cheiesa e chiediamo al Signore di accrescere in noi la fede, la speranza e la carità. Amen Gesù è il Signore
Testimonianze di sacerdoti
p. Mario Penso sia molto bello, per ciascuno di noi, poter celebrare questo quarantesimo. Come ci ha suggerito il Vescovo è un cammino, un passo, una tappa, siamo proiettati verso il futuro. Il Signore aveva dato anche un’altra Parola: vi farò passare attraverso l’acqua ma non abbiate paura ci sono Io, passerete attraverso il fuoco ma non abbiate paura ci sono Io, Io sono il Signore. Allora accogliamo questo messaggio veramente con gioia, quasi con trepidazione e dentro di noi ci diciamo: Signore non mi merito tutto questo periodo che tu mi hai fatto trascorrere con te ma desidero continuare, voglio fare altri passi, voglio andare avanti a lungo.
Mi ritorna sempre in mente, e credo
sia anche di ciascuno di voi, il giorno dell’effusione dello
Spirito. Era il lontano 1975 e quanta commozione. Giusto per fare
una doverosa testimonianza e dirvi come sono fatti molti sacerdoti,
ricordo che i fratelli non riuscivano assolutamente a pregare su di
me! Ad un certo punto, quei fratelli, disperati, hanno detto: senti,
vai davanti a Gesù, qui l’unico che possa fare qualche cosa è lui!
Provavo anche a dire: lode e gloria a te Signore! Ma niente non
riuscivano ad andare avanti! Sono andato davanti a Gesù e allora,
credetemi, ci saranno volute una decina di lenzuola per asciugare le
mie lacrime. Ecco ci ha pensato Gesù. E doveva pensarci solamente
lui perché devo avere la testa un po’ dura. Ed è stata da quel
momento una realtà veramente bella. Gesù dona sul serio occhi nuovi
, cuore nuovo, pensieri nuovi, una realtà nuova da vivere nella
gioia, da vivere nella pace. E in tutto il cammino in questi
quarant’anni quante gioie, quante fedeltà e quante infedeltà, lo sa
il Signore. Ma nel suo abbraccio nessuno dei suoi figli perde, li va
a raccogliere tutti dove essi vanno. Dal primo all’ultimo li
raccoglie tutti, ha continuato a raccogliere anche me. Spero di
continuare a cercare di dire il mio sì quotidiano a quello che lui
chiede. Chiaramente chiedo preghiere, prego per tutti voi. La mia
gioia è veramente grande nell’aver visto oggi dei fratelli che
conosco da sempre. Simonetta non era neanche suora. Quanti anni sono
che sei suora? (Simonetta: sono suora da ventidue anni ma avevo
nove anni quando sono venuta al gruppo Maria). Ecco l’ho vista a
nove anni e la rivedo adesso. E così via. Vedo Micaela a cui
insegnavo matematica e mi ha detto che ha due figli, anche Iolanda,
e tanti fratelli anziani… fratelli è bello, è una meraviglia.
Fratelli accogliamo e cogliamo queste situazioni che Gesù ci dona e
riviviamole. Questa sera Gesù è passato e ha toccato tutti i nostri
cuori perché desidera che noi viviamo nell’ amore. Fratelli noi
siamo stati creati per amore e Gesù vuole che noi andiamo avanti
nell’amore. p. Roman Signore Gesù io rivolgo a te una parola: grazie! Grazie cari fratelli e sorelle per le nostre testimonianze, testimonianze di fedeltà, testimonianze di perseveranza. Quando ho sentito il Vangelo di oggi, mi permettete di ricordare, ma in quale anno sia stato non lo so e forse a S. Ignazio o al Caravita ha presieduto la Santa Messa padre Domenico Grasso e commentava proprio questo Vangelo di oggi. Verranno, diceva ripetendo le parole del Signore Gesù, verranno giorni nei quali di quello che vedete non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta. Ricordo bene che ha menzionato la basilica di San Pietro, volendo sottolineare che tutto passa. Sono passati quarant’anni di vita del Gruppo. E anche per noi passerà la fede, la speranza, ma rimarrà sempre l’amore che oggi è presente perché tra più di cinquant’anni saremo su in Cielo e ci vedremo lodando il Signore Gesù e Maria santissima che è la nostra patrona. Amen
p. Giuseppe Voglio ringraziare voi tutti, oggi. Io mi chiamo don Giuseppe Scigliano, vengo dalla Calabria, la mia diocesi è Rossano Calabro. Il mio è un dovere oggi di essere qui, è un dovere dire grazie a tutti i fratelli, a quelli che sono presenti, a quelli che non ci sono e a quelli che ci hanno preceduto nel regno dei celi. Ho mandato la mia testimonianza ieri, giovedì, perché ho voluto prendermi un giorno intero, pregando il Signore, per stendere questa testimonianza perché essa sia a gloria di Dio e della Chiesa e dei fratelli. E spero che possiate leggerla un giorno questa mia testimonianza. Voglio ringraziare il Signore perché se sono qui oggi è perché l’ha voluto lui. C’è un motivo che mi ha sempre più convinto che Dio non ha voluto permettere che, appena ordinato sacerdote, il mio cammino venisse ostacolato. Ho compiuto diciotto anni di sacerdozio lo scorso 16 settembre e appena ordinato un Arcivescovo mi mandò a Roma. Ho avuto tantissime difficoltà i primi tempi a tal punto che un giorno ho preso la borsa e ho detto io vado via perché non è possibile studiare così, andare all’università se qui non c’è la possibilità di stare sereni. Prendo la borsa vado via, mi metto d’accordo con un sacerdote e dico questo: portami in Calabria. Mentre davo la borsa a questo sacerdote per partire incontro una suora la madre generale delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, e mi dice: dove stai andando? Gli dico che vado via da Roma e lei mi dice: no! tu sei venuto qui per studiare, il vescovo ti ha mandato per questo. Io le rispondo: ma se non riesco a trovare un alloggio, un collegio dove potermi fermare! Io vado via perché vuol dire che non devo stare qui. La Madre Generale insiste: no, tu resti qui, mi interesso io e se entro una settimana non troverò niente allora andrai via. La Madre ha trovato tutto, dopo una settimana mi chiama, vai in collegio, ora puoi stare a Roma. Incontro in quel collegio un sacerdote, padre Giuseppe Lonia che era già qui e prima di me aveva conosciuto questo gruppo. Un sabato mi disse: puoi venire a darmi una mano che c’è una penitenziale per l’inizio del cammino di quaresima? Va bene vengo. Appena arrivato avanti alla Chiesa della Consolazione io ricordo di aver visto tanti fratelli come Piero, Valentina, Maria Sofia, altre persone che non ci sono adesso tipo Fernanda, Rosina, un po’ tutti. Ecco è importante l’accoglienza. Come sono stato accolto! mi hanno fatto sentire uno di loro ed essendo appena ordinato mi hanno dato la possibilità di esprimere il mio ministero sacerdotale in questa comunità, gruppo Maria, dove mi sono sentito avvolto dalle mani di Maria, attraverso le vostre mani. Ero un sacerdote neonato che aveva bisogno di fare i primi passi. Ho incontrato una comunità che ti custodisce e protegge con la preghiera il presbitero. E voi questo lo avete fatto! E io dico al Signore grazie per quello che ha fatto il gruppo Maria per me. Praticamente sono stato con voi i primi due anni, poi sono andato via e sono tornato di nuovo e sono rimasto fino al duemilacinque. Per cui io sono cresciuto molto con la vostra preghiera, con la vostra testimonianza, con il vostro impegno, non mi avete fatto mai sentire solo. Ma sempre con la presenza di Dio si cresce e si matura continuo nella Chiesa. E questo è il segno della grande credibilità di un gruppo del Rinnovamento. Poi nel duemilasei, dopo un anno di sacerdozio a Rossano Calabro, arrivò da noi il nuovo arcivescovo, ha quarantasei anni, e da un mese è oggi qui a Roma come ordinario militare: monsignor Santo Marcianò. Quindi il mio Vescovo ci ha lasciato ed è ora qui a Roma. Crede molto nel Rinnovamento nello Spirito Santo, per cui caro Gaetano, ti volevo dire che il Signore sta facendo forse qualche cosa di grande. Questo Vescovo crede molto nella preghiera e io sono cresciuto con lui, e lui si è formato qui a Roma. Vi racconto cosa è successo: un anno fa l’arcivescovo mi ha detto di andare a tempo pieno a lavorare in curia a Rossano per la biblioteca e poi di dare un aiuto spirituale anche alla parrocchia dello scalo di Rossano, parrocchia di ottomila abitanti, dove c’è un parroco giovane. Quel giorno mentre io entravo in parrocchia quel parroco accoglieva un gruppo del Rinnovamento. Quel giorno io ho incontrato questo gruppo con il quale io mi sono confrontato e vivo con loro perché questo è il mio ministero della preghiera con loro. E gli ho detto: ricordatevi, io sono nato con il gruppo Maria, il gruppo madre di tutti i gruppi che ha generato tanti fratelli nella fede, tante sorelle ma anche tanti sacerdoti e tra questi ha custodito me piccolo e inutile prete, come dico sempre. Che il Signore veramente benedica questo gruppo! Io vi ringrazio di cuore. Vi chiedo di pregare molto per il nuovo Vescovo che deve venire da noi ma non perdete l’occasione di invitare monsignor Marcianò che è qui a Roma, perché è un sacerdote santo, un padre veramente straordinario. Credo che vi rendiate conto che, man mano che noi sacerdoti parliamo, cresce ancora un po’ il senso di responsabilità che il gruppo Maria porta sulle proprie spalle. Spirito Santo aiutaci! Perché non ce lo avremmo immaginato che diversi santi sacerdoti ci raccontassero di quanto hanno ricevuto da Rinnovamento e dal gruppo Maria. E’ una grande responsabilità! MI RENDO CONTO CHE DIO È SOLIDALE CON NOI Ho conosciuto il Gruppo Maria nell' anno 2000. Due cose mi hanno attirata ed entusiasmata: la preghiera gioiosa fatta di lodi ed esaltazione a Dio e il CANTO in LINGUE, una melodia sommessa, che non evidenzia parola alcuna, solo suoni inesprimibili che vengono dal cuore. Di sabato in sabato ho imparato anch'io. Proprio in questi momenti mi rendo conto come DIO è solidale con il nostro destino di peccatori avendoci donato suo figlio GESU', morto e risorto, per compiere la nostra salvezza. Contemplo il fianco trafitto da dove sgorgano acqua e sangue. Sono segno del Battesimo e dell' Eucarestia, sacramenti dati a noi che siamo chiamati a vita nuova, a rivestirci di Cristo e ad essere una sola persona con Gesù. SIAMO CHIESA. Continuerò a frequentare il Gruppo perchè ancora ho molte cose da imparare cioè: accettare la rinnovata fraternità ecumenica con le altre comunità che non sono nella piena comunione ecclesiale come gli Ortodossi, gli Anglica ni, i Luterani, i Calvinisti, i Valdesi. Di essi, so solo che il Battesimo conferito da loro è valido e anche loro hanno cioè subiscono il martirio di sangue. MIO DESIDERIO è capire pienamente che la CHIESA è: una, santa, cattolica e apostolica. Signore apri le mie orecchie e il mio cuore. Angelina Cumbo p. Cipriano Padre Cipriano oggi compie un anno di effusione. Padre Mario parlava del ’75 quindi sono trentotto anni di effusione, io invece oggi compio solo un anno di effusione. Padre Giuseppe ha parlato così bene, e anche padre Roman, di quello che loro hanno ricevuto come sacerdoti e quindi dell’importanza del gruppo Maria che è poi la madre di moltissimi altri gruppi. Oggi io mi trovo, indegnamente, ad avere la responsabilità e il peso di Consigliere Spirituale di questo gruppo. Adesso voglio raccontarvi in poche parole cosa è successo, specialmente per i fratelli che non vengono al gruppo e anche padre Mario, padre Roman che non hanno sentito. L’anno scorso, quando sono tornato da Assisi, perché ho ricevuto l’effusione ad Assisi dopo gli esercizi spirituali per i sacerdoti ( e, tra parentesi, domani ci vado di nuovo per una settimana dedicata ai sacerdoti, saremo più di trecento, da tutta l’Italia e ci sarà anche padre Raniero Cantalamessa, sarà una settimana d grazia). L’anno scorso, vi dicevo, quando sono tornato da Assisi feci questa testimonianza al gruppo Maria. La testimonianza è questa: io mi sono avvicinato al gruppo in un modo molto particolare e allora voglio ricapitolare quello che il Signore ha fatto. Inizialmente ero come Nicodemo che andava da Gesù di notte perché così non lo vedevano. Anche io quando il gruppo si riuniva io mi mettevo nel coro a spiare, attraverso le grate, per vedere come pregava questo gruppo. Loro non mi vedevano, li vedevo io da sopra. Poi ogni tanto mi mettevo a pregare con loro lo Spirito Santo. E proprio in quei momenti, sto parlando di tre anni fa, proprio in quei momenti cominciò a nascere nel mio cuore il desiderio di incontrare di più lo Spirito Santo. Ero stato ordinato sacerdote da circa un anno e sentivo che l’effusione che avevo ricevuto con l’ordinazione sacerdotale aveva bisogno di essere riattivata, avevo questo desiderio. E allora mentre loro pregavano pregavo anch’io e invocavo lo Spirito Santo, così per diversi sabati. Una sera mentre ero nel coro e mentre loro pregavano, anche con la preghiera in lingue, io dietro questa grata pregavo con la liturgia delle ore, i vespri. Era la terza settimana che abbiamo nel breviario, nella liturgia delle ore di sabato. Dopo aver recitato tutti i salmi seguiva la lettura. Però appena finita la lettura dei salmi ci fu un fratello (o una sorella) che aprì la Bibbia e diceva: “il Signore dice” e poi legge il passo, così come succede spesso. Allora io in quel momento dico, nel mio cuore, io capisco tutto quello che fate , la preghiera in lingue anche l’invocazione dello Spirito Santo però questo mi sembra troppo esagerato, troppo meccanico, un po’ magico e nel mio cuore non avevo accettato questo atto. Allora mi sono messo a pregare di nuovo, avevo ripreso il breviario e seguiva la lettura breve e in questa lettura breve c’era la lettera di Pietro primo capitolo che diceva così: “Nessuna scrittura va soggetta a privata spiegazione ma mossi dallo Spirito Santo parlarono quegli uomini” Allora io mi sono fermato un po’. Perché tutti gli altri avevano detto si è vero, confermo, confermo. Dopo questa lettura ho detto si confermo anch’io! Poi da quel momento le cose pian piano cambiano e mi sono avvicinato al gruppo. Prima loro frequentavano la chiesa poi ho iniziato io a frequentare loro. Mi invitavano per la preghiera, venivo e poi pian piano c’è stato un percorso di preghiera, poi sono diventato Rettore della chiesa, poi l’appuntamento a Rimini e poi l’anno scorso l’effusione. Ecco sono qui a testimoniare questo percorso che il Signore ha fatto anche con me e voi siete stati uno strumento del Signore. Sento davvero il cambiamento, la novità che ho ricevuto dal Signore dopo aver incontrato voi come gruppo Maria e per questo rendo grazie e lode al Signore. Alleluja
SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE Carissimi fratelli e sorelle del Gruppo Maria, con voi rendo lode al Signore per le meraviglie che continua a compiere nella sua Chiesa e in ciascuno di noi, attraverso il dono dello Spirito Santo, che ci è stato dato per annunciare a tutti il suo amore. Con questo spirito missionario desidero lodare e ringraziare per aver conosciuto il Gruppo Maria. Era l’ottobre del 1994. Avevo due anni di Sacerdozio ed ero stato inviato dalla mia Comunità a Roma per studiare Missiologia alla Gregoriana. Alloggiavo nei pressi della Fontana di Trevi nel collegio dei Padri del Preziosissimo Sangue, nella chiesetta di San Gaspare del Bufalo. Nello stesso collegio alloggiava anche Don Giuseppe Lonia di Messina, con il quale abbiamo partecipato alle celebrazioni e incontri del Gruppo. Per me e per la mia Comunità era un momento particolarmente difficile a causa di problemi interni che avevano richiesto, da parte della Santa Sede, la nomina di un Commissario Pontificio. Lasciare la Comunità per lo studio in quel momento non era stato facile. Quasi per caso, un sabato pomeriggio, visitando il Foro romano, sono entrato nella Chiesa S. Maria della Consolazione. Il nome del luogo dove all’epoca il Gruppo Maria si incontrava era stato per me un chiaro segno della consolazione che il Signora desiderava darmi attraverso il Gruppo Maria. E fu proprio così. Ricordo l’accoglienza alle porte della Chiesa. Il sorriso e il benvenuto ricevuto da Paolo Cammarata e dagli altri fratelli e sorelle che stavano vivendo il ministero dell’accoglienza. Entrando mi sono seduto e ho partecipato alla preghiera. Una preghiera semplice, profonda, ritmata dal canto degli angeli, dalla proclamazione della Parola di Dio, il tutto rigorosamente ordinato e guidato dai fratelli e sorelle dell’equipe di Pastorale. Avevo imparato i primi nomi: Iolanda, Maura, Emilia, Franca e Dino Palladino, Luciana … Arrivata l’ora della Messa una signora particolarmente allegra, sapendo che ero Sacerdote, mi aveva accolto a braccia aperte: Valentina, e con lei Piero e le figlie. Avevo concelebrato e con gioia avevo assicurato che sarei tornato. Così nella mia settimana di studente “romano” avevo trovato nel Gruppo Maria il luogo e la comunità con la quale pregare e celebrare l’Eucaristia. Avevo trovato dei fratelli e delle sorelle che erano diventati per me la “Consolazione” di Maria, grazie alla potenza dello Spirito Santo. Un fatto curioso: una sera dopo la Messa sono stato invitato ad aiutare per la preghiera nel Seminario di effusione. Ero insieme ad altri tre o quattro fratelli e stavamo invocando lo Spirito Santo. In un momento della preghiera fatta su di me, Piero mi chiede se avevo avuto problemi di salute perché mi vedeva preoccupato e sofferente. Gli risposi che avevo un calcolo renale che mi stava dando abbastanza fastidio e dolore… Piero mi ha guardato e, senza dire nulla, ha continuato la preghiera. Dopo qualche giorno, con sofferenza, sono riuscito ad espellere il calcolo, cioè i calcoli, perché purtroppo erano due! Quando ho rivisto Piero l’ho ringraziato per quella preghiera e gli ho comunicato tutto il mio travaglio perché i calcioli erano due! E lui, con un sorriso molto paterno, ha concluso: «Sì, P. Gabriele, lo immaginavo: nel momento della preghiera ho avvertito che i calcoli erano due, ma ho preferito tacere e accompagnarti con la preghiera per non farti spaventare». Si, è proprio così: la consolazione arriva attraverso i fratelli che ti aiutano, che pregano per te, anche per un semplice problema (anche se molto doloroso) come i calcoli renali. Dopo due anni, nel 1996, il Signore ha permesso che cominciassimo una Comunità a Roma e così la nostra amicizia continua fino ad oggi, attraverso P.Roberto e gli altri Sacerdoti e Missionarie che hanno conosciuto e partecipato al Gruppo Maria. Nel 2013, in partenza per il Brasile, ho celebrato una Santa Messa, nella quale il Gruppo ha pregato su di me, inviandomi ad annunciare il Vangelo della speranza ai poveri, sino ai confini della terra. Sono rientrato in Italia da due mesi. Porto nel cuore la gratitudine per l’esperienza missionaria vissuta. Vi posso garantire che è lo Spirito Santo la vera forza della missione. L’ho sperimentato nelle popolose e desolate favelas della periferia di San Paolo e, in quest’ultimo anno, nell'immensa foresta amazzonica. Ovunque ho incontrato persone, giovani, adulti e bambini desiderosi di conoscere l’amore di un Dio che è Padre, di un Gesù che ha dato la vita per noi, dello Spirito Santo che è la luce e la forza della vita. Posso dirvi che in molti casi ho potuto toccare con mano che lo Spirito Santo trasforma la vita delle persone. Con voi rendo grazie al Signore della Vita per il Gruppo Maria. Que Deus vos abençoe! (Che Dio vi benedica!) P. Gabriele
TESTIMONIANZA di PADRE PHILIP
Era l’anno 1978 e mi trovavo a Roma per completare i miei studi. Ho passato due anni interi tra il settantotto e l’ottanta, vivendo nel Collegio Internazionale dei Cappuccini a Roma, per specializzarmi in Teologia Spirituale all’Università Gregoriana. La storia che mi ha portato a venire a conoscenza del gruppo carismatico di preghiera chiamato Gruppo Maria, è cominciata così:
Incominciai con un mio collega di studi del collegio già menzionato a frequentare un gruppo di preghiera presso le suore del Divino Amore di Via Giusti. Lì ero solito incontrare ogni lunedì anche una donna anziana casalinga di nome Ada, persona di preghiera e di spiritualità profonda. Mi ricordo benissimo che finita la cena insieme con le suore, ci spostavamo nella chiesa del loro convento con tutto il gruppo di quindici membri per pregare. Ritornavamo in collegio poi verso le dieci di sera ed io facevo il conducente della macchina. Ho menzionato quella donna anziana, Ada, perché da birichina mi ha fatto un tranello spirituale. Una volta, io ed il mio collega Padre Angelo Pizzarelli da Salerno, siamo stati invitati a pranzo da lei. Era di sabato ed incominciammo a pranzare verso l’una e trenta. Fra chiacchiere, argomenti, quesiti e risposte e curiosità personali, il tempo volò via. Quando verso le quattro e mezzo pomeridiane stavamo per separarci, lei ci invitò ad accompagnarla e a partecipare con lei al gruppo di preghiera del rinnovamento carismatico. Io accettai l’invito ma P. Angelo no. E fu proprio questo mio provvidenziale “si” a farmi conoscere il Gruppo Maria di Roma al quale mi sono attaccato frequentandolo regolarmente ogni sabato sera durante il mio soggiorno biennale a Roma. Poco dopo ho fatto i seminari di preparazione per essere preparato a ricevere il battesimo nello Spirito. Un’ esperienza unica: quella di sentirti molto vicino al Signore con la potenza dello Spirito Santo. Vorrei però essere sincero: e’ naturale che, da prete, ho avuto dei dubbi e mi son chiesto: io sono stato già battezzato e lo Spirito Santo abita in me; poi sono stato confermato ricevendo il sacramento della Confermazione; e per di più sono stato anche ordinato sacerdote...! Però una voce interiore insisteva: “Sii come un bambino, sii umile, accetta l’invito... perché chi si fa piccolo entra nel regno dei cieli”. E oggi io non mi pento affatto per quella decisione che presi di ricevere il battesimo nello Spirito, camminando poi e partecipando per due anni interi agli incontri del Gruppo Maria e migliorando spiritualmente.
IL CAMMINO Durante quei due anni oltre agli incontri regolari di preghiera ogni sabato sera, ho preso parte a tre Conferenze Nazionali tenute a Rimini. Queste partecipazioni sono state per me una carica che il Signore mi ha elargito e mi hanno edificato, non solo nella vita cristiana, ma anche in quella sacerdotale e religiosa. Ho fatto pure l’esperienza del Gruppo Pastorale dello stesso Gruppo Maria. Ogni mercoledì, insieme altre quattordici persone scelte dal pastorale, ci incontravamo per pregare e discernere l’andamento del gruppo e la preghiera di ogni sabato. Questa esperienza mi ha aiutato a crescere in diversi carismi, in modo speciale quello del discernimento,quello dell’intercessione e non per ultimo quello dell’animazione. Sebbene la lingua italiana non era la mia lingua materna molte volte sono stato invitato ad animare gruppi di preghiera, celebrare la santa messa e fare delle conferenze. Questo mio coinvolgimento nel Gruppo Maria mi e’ stato di grande aiuto per suggerirmi a scegliere il soggetto della Tesi dove ho difeso il tema “Carismi nella Fraternità Primitiva Francescana”. Per un’inspirazione carismatica scelsi non solo il soggetto con ma anche il mio professore, padre Robert Faricy S.J, carismatico pure lui. LE PERSONE CHE MI HANNO SOSTENUTO Una cosa mi ha aiutato molto durante il mio lungo camino con il Gruppo Maria: il mio incontro con diverse persone dalle quali ho assorbito la loro spiritualità, i buoni esempi, le loro grandi esperienze e gli insegnamenti da loro ricevuti. Si tratta de persone che mi hanno amato tanto. Erano come se fossero degli angeli custodi predisposti sulla via della mia vocazione per aiutarmi e sostenermi. Erano tanti e perciò e’ quasi impossibile menzionarli tutti perché la memoria, dopo trentatre anni, non può ricordare tutti i dettagli. Ma vorrei ricordare in particolare alcuni santi sacerdoti come Padre Domenico Grasso gesuita, Padre Natale Merelli cappuccino, Padre Paolo Podda passionista ed altri. Tra i laici dai quali ho assorbito una spiritualità profonda, oltre alla già ricordata Ada che con la sua “seduzione spirituale” mi introdusse nel Gruppo Maria, ci furono diversi altri laici. Con grande affetto vorrei menzionare la famiglia Tomassini , per primi Piero e Valentina ma anche le loro tre figlie Cristina, Roberta e Silvia che con il loro carattere simpatico, con il loro modo semplice con cui vivono la loro fede, ti rubano il cuore. A questi si aggiungono altri, alcuni dei quali già passati a miglior vita e che sono ricordati nelle mie sante messe, ed altri ancora pieni di vita dei quali mi sfugge il nome ma il loro viso e’ ancora impresso nella mia mente. Per tutto questo mi sento ancora debitore e quindi non manco mai di ricordarli nelle mie preghiere. DOPO ROMA L’esperienza che ho fatto nel Gruppo Maria mi e’ stata di gran aiuto negli anni successivi. Infatti l’anno prossimo celebrerò il mio sessantacinquesimo compleanno ed il quarantesimo di sacerdozio. Finiti i miei studi a Roma sono tornato a Malta riprendendo gli impegni che avevo prima. Si trattava di impegni nella formazione al sacerdozio dei nostri studenti cappuccini come promotore provinciale delle vocazioni e come superiore locale. Anche dopo essere stato eletto provinciale continuai a lavorare pastoralmente predicando, organizzando ritiri spirituali e facendo direzione spirituale: in poche parole tutto ciò che ci si aspetta da un sacerdote zelante! Posso dire che questo lavoro molto intenso l’ho svolto col “timbro carismatico” che ho assimilato dal Gruppo Maria. I GRUPPI CARISMATICI A MALTA Merita pure un ricordo la mia guida di diversi gruppi carismatici qui a Malta. Per sei anni interi sono stato incaricato di svolgere il compito di direttore spirituale del Comitato Nazionale del Movimento Carismatico come rappresentante dell’Arcivescovo di Malta. Ho tenuto conferenze e diretto ritiri ai carismatici dei gruppi nazionali ed internazionali. MISSIONARIO A CUBA Durante la mia vita missionaria, durata dodici anni, non mi sono mancato di lavorare in questo campo carismatico. Il Vescovo di Santa Clara a Cuba, dove sono stato missionario, venendo a sapere che già da molti anni ero stato attivo nel Movimento Carismatico del mio paese, mi ha subito fatto responsabile a livello diocesano di tutti i gruppi che c’erano nella diocesi. Abbiamo deciso di camminare sulle linee di base del rinnovamento che sono molto utili e necessarie all`ambiente tipico di Cuba. GRAZIE SIGNORE Non smetto mai di ringraziare il Signore per quel periodo importante e iniziale della mia vita sacerdotale e che ho ricordato: i due anni passati a Roma per studiare Teologia Spirituale sono stati la causa non soltanto per un miglioramento spirituale non solo per le conoscenze accademiche acquisite all’Università Gregoriana ma anche per l’esperienza e per ciò che ho ricevuto nel seno del Gruppo Maria sempre a Roma. Ringrazio Iddio e ringrazio ognuno che è entrato nella mia vita ed è stato di aiuto ad ogni livello nel mio cammino di vita cristiana, sacerdotale e religiosa.
Carissimi fratelli e sorelle nel Signore, ho accolto con gioia il vostro invito di scrivere la mia testimonianza riguardo al Gruppo Maria in questa meravigliosa ricorrenza della celebrazione del 40° anniversario della sua nascita. Premetto che sento sempre il dovere di ringraziare il Signore perché mi ha permesso di incontrarvi. E’ un bisogno che scaturisce dal profondo del mio essere per far conoscere l’Amore del Signore Gesù a chi leggerà questa mia testimonianza. Sono un presbitero e faccio parte della Arcidiocesi di Rossano-Cariati (Cosenza). Ho conosciuto questo gruppo di preghiera in modo così spontaneo nei primi giorni di Febbraio del 1996 ed ero ordinato sacerdote da meno di cinque mesi. Solo da tre mesi ero residente a Roma per motivi di studio presso l’Istituto Patristico dei Padri Agostiniani presso Piazza S. Pietro e alloggiavo presso il Collegio dei Missionari del Preziosismo Sangue sempre in Piazza dei Crociferi. Accolsi da un confratello che anche egli alloggiava nella comunità l’invito di partecipare ad una celebrazione penitenziale perché necessitavano più presbiteri per quella circostanza. La mia risposta fu un immediato si certo della necessità di un confessore. Appena arrivai davanti la Chiesa di S. Maria della Consolazione mi rallegrò tanto l’accoglienza che ricevetti dai fratelli che erano sul sagrato della stessa Chiesa, restandomi impresso tuttora il sorriso e la serenità di queste persone. Ancora quel pomeriggio ho avvertito la presenza del Consolatore, dello Spirito Santo con il canto iniziale della preghiera: Svegliati, svegliati Sion, metti le vesti più belle, scuotiti la polvere ed alzati, Santa Gerusalemme. Furono e lo sono adesso parole forti di coraggio che il Signore Gesù Cristo metteva nel mio cuore trepidante ed incerto, ma cominciando a plasmarmi lentamente prendendo la mia misera vita nelle sue mani e ponendomi in mezzo alla preghiera dei fratelli del gruppo per crescere nel suo Amore, per vincere tante paure che mi impedivano il mio primo cammino sacerdotale. Ribadisco che ero accolto da questo Gruppo come un presbitero neonato, e lo sono ancora, che si immette in un cammino voluto da Dio con le mie tante miserie, ma accompagnato dalla preghiera e dalla comunione dello stesso Gruppo, facendomi sentire la sua forte presenza. In tutto il mio cammino durato sei anni con il Gruppo Maria (1995-1997; 2001-2005) ho avuto modo di crescere tanto nei momenti forti sia nella preghiera del sabato sia nel ritiro mensile in luoghi ben preparati dai fratelli. Non mi sono sentito distante da essi o diversi da me, ma la vera famiglia che ognuno di noi vuole serenamente. Non sto esagerando ma la mia è una testimonianza che scaturisce da un periodo fuori dalla mia diocesi di appartenenza e lontano dal luogo nativo. E nonostante ero preso dai doveri di studio nella Università e dalla stessa comunità del collegio ho sentito accanto a me questo Gruppo sempre costante. Qualora durante il periodo degli esami ero assente o per altri motivi ho sperimentato la loro fraterna presenza in vari modi. Questo Gruppo non si è sostituito al presbitero come avvolte si sente dire di alcuni gruppi ma sempre in ubbidienza al Vescovo e alle indicazioni del Pastorale Regionale e alle indicazioni dello Statuto del Rinnovamento dello Spirito Santo. Da ogni membro del Gruppo ho ricevuto buona testimonianza e restavo stupito come si era fedeli agli impegni e nei servizi. Sono trascorsi otto anni da quando sono rientrato nella mia Diocesi e sento spesso il dovere di parlare di questo Gruppo ai fratelli che incontro. Tuttora faccio tesoro degli esempi e degli insegnamenti ricevuti nei diversi servizi ministeriali che sto svolgendo. Da circa un anno nella Parrocchia dove svolgo il mio ministero pastorale è presente un Gruppo del Rinnovamento dello Spirito Santo, nel quale nelle mie possibilità cerco di essere presente. Non vi nego di quante volte a questi fratelli ho portato come esempio e testimonianza il Gruppo Maria. Nonostante la distanza di tempo e di spazio sento il Gruppo Maria di Roma vicino nella preghiera, anche se trascorre molto tempo che non comunico praticamente con i singoli fratelli. Avverto la preghiera di questi fratelli che ancora mi accompagnano nel mio cammino, soprattutto nei momenti difficili di prova. Prego il Signore e la nostra Mamma Santissima per i fratelli di questo Gruppo nello Spirito Santo, perché lo custodiscano ed esaudiscano le loro richieste. Il Divino Maestro ricompensi nella sua misericordia anche quei nostri fratelli del Gruppo che ci hanno preceduto nel nostro cammino di fede; che personalmente ricordo e mi hanno edificato con il loro semplice modo di vivere la fede e la carità. Gli auguri che scaturiscono dal mio cuore che il Gruppo Maria cresca sempre nell’Amore di Dio e sia un segno credibile nella Chiesa per la sua testimonianza aperta. Come raccomanda a noi cristiani Papa Francesco una comunità che cammini uscendo da se stessa per incontrare tutti.
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