Rinnovamento nello Spirito Santo

Gruppo Maria

Chiesa di Santa Maria della Consolazione, Roma


14 Novembre 2021

SERVIRE È REGNARE
Il rinnovo dei ministeri nel Gruppo Maria
(
Gaetano Colli)

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Papa Francesco ha definitivamente chiarito che il Rinnovamento è una Corrente di Grazia. Una corrente, cioè qualcosa che scorre, che si muove che non è mai statica, lo Spirito Santo è movimento. Lo vediamo e vediamo che attira la nostra attenzione, è bello vedere i carismi in azione cioè lo Spirito che muove le persone, suscita la lode, la profezia, i canti, rende presente Cristo in mezzo a noi, attrae e converte i lontani. È un prodigio che si rinnova ogni volta che ci riuniamo a pregare, quando preghiamo sulle persone o riceviamo noi stessi la preghiera, quando intercediamo, quando ci accogliamo, quando vediamo che le persone sono toccate dal Signore, quando la Parola di Dio ci colpisce in maniera speciale, e si potrebbe continuare a lungo…

Questa Corrente di Grazia proviene da Dio, agisce sotto il soffio potente dello Spirito Santo ma è alimentata dal servizio di coloro che si sottomettono all’azione dello Spirito. Lo Spirito ci chiama a collaborare, non fa tutto da solo ma si serve di noi che crediamo in Lui e mettiamo a servizio i carismi che ci sono stati dati.

Carisma e servizio sono due realtà strettamente legate, un carisma che non si mette a servizio è perfettamente inutile, anzi diventa una condanna perché il Signore ci chiederà conto dei doni che ci sono stati affidati.
Un servizio senza carisma è scarsamente utile (in qualche caso dannoso), per questo San Paolo dice Aspirate ai carismi

Chi è il primo carismatico? È Gesù
Chi è il primo Servo? È Gesù

SERVIRE E DARE LA VITA, SERVIRE È DARE LA VITA

Come cristiani siamo chiamati ad amare e NON È POSSIBILE AMARE SENZA SERVIRE, questa è l’opportunità che ci viene offerta, questo è il dono e la grazia che possiamo e dobbiamo accogliere.

Gesù si proclama Maestro e Signore e si fa simile a Dio “Chi vede me vede il Padre” ma per definire la sua missione nel mondo dichiara che il Figlio dell’uomo è venuto per servire e per dare la vita in riscatto di molti. Ecco il binomio: Servire e dare la vita, Servire è dare la vita. Servire è quello che facciamo noi con le persone alle quali vogliamo bene, figli, marito, moglie, genitori… è quello che fanno e hanno fatto loro con noi. Servire è farsi simili a Gesù, al Maestro, per questo Servire è Regnare!  Chi si rifiuta di servire è il nemico (Non serviam Ger 2, 20). Allo stesso modo Maria è la Serva del Signore, e proprio perché Serva “d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno Beata”. Il Servizio regge tutte le nostre relazioni umane a cominciare dalla famiglia, la scuola, gli uffici, gli ospedali. Se non c’è chi serve tutto crolla, se non c’è chi si sobbarca la fatica del servire, tutto crolla. La Chiesa è servizio per eccellenza, è il luogo dove tutti sono servi e infatti il Papa è detto Il Servo dei servi di Dio.

Non c’ è nobiltà più grande di chi è capace di farsi servo.

Anche il nostro Gruppo Maria, come una famiglia, si regge sul servizio ed è un servizio carismatico, cioè è adempiuto esercitando i doni spirituali che ci sono concessi dallo Spirito Santo. Come in una famiglia se cessa il servizio quella famiglia si disintegra, allo stesso modo la comunità carismatica se non è retta dal servizio si spegne. Il servizio è ciò che alimenta la Corrente di Grazia che agisce all’interno della Comunità ma anche all’esterno, si dirama ed evangelizza.

La Chiesa esiste per evangelizzare, il Rinnovamento esiste per evangelizzare in maniera carismatica. Questo è quello a cui siamo tutti chiamati. Senza il servizio la corrente di Grazia si dissecca come quei torrenti che specialmente d’estate sono asciutti, senza vita, sono aridi. Li vediamo soprattutto in estate quando passiamo sopra i ponti, c’è scritto Torrente tal de’ tali, poi guardiamo sotto e c’è un letto asciutto. Allo stesso modo una comunità corre il rischio di mantenere il nome, di stare iscritta nell’elenco dei Gruppi del RnS, poi ti affacci e vedi il deserto, perché? Perché non c’è più l’acqua, lo Spirito Santo non scorre più.

Siamo noi che alimentiamo la corrente e che nello stesso tempo ci muoviamo dentro la corrente ricevendone tutti i benefici (Atti: 17, 28 «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo stirpe».)

 

Il Gruppo Maria esiste perché da quasi cinquanta anni ci sono stati fratelli e sorelle (alcuni grazie a Dio sono qui) che hanno servito. Questo è un compito che passa di generazione in generazione, è il testimone del servizio che ora passa a noi perché a nostra volta noi possiamo passarlo alle generazioni che verranno.

Il servizio è gratuito, “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8) ma nello stesso tempo è il servizio meglio retribuito:

Mt 19: Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: … Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna » (Mt 19, 27-29).

MINISTERO E SERVIZIO

Essere del Rinnovamento non significa avere la tessera in tasca o una medaglia da appuntare sul petto. L’appartenenza al Rinnovamento e alla Comunità si misura sulla conversione ma anche SULLA VITA MINISTERIALE che svolgiamo nel servire Dio e i fratelli con i doni che ci sono stati dati.

 Tutti i cristiani, in quanto tali, sono chiamati a servire, nessuno deve rimanere ozioso

 “Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna” (Mt 20, 6-7).

 

Tuttavia una cosa è servire occasionalmente altra cosa è appartenere ad un ministero. Chi appartiene ad un ministero è ministro, cioè è titolare di un ufficio che viene esercitato in nome o per conto di un'autorità che nel caso dei Gruppi del Rinnovamento è il pastorale. Mentre tutti siamo chiamati a servire quando ne capita l’occasione, appartenere ad un ministero vuol dire farsi carico in maniera stabile del mandato ricevuto nella consapevolezza che assieme ad altri fratelli si è deputati al buon funzionamento del servizio ministeriale che ci è stato affidato.

 

CIÒ CHE FA VIVERE UNA COMUNITÀ NON È UN SERVIZIO GENERICO FATTO MAGARI PER AUTOAPPAGAMENTO, MA È IL MINISTERO cioè la presa in carico di un compito che ci è stato assegnato dal Signore. Vivere in un ministero vuol dire crescere, formarsi, riunirsi e stare in comunione con i fratelli, obbedire, sottomettersi (non ci scandalizziamo per favore), partecipare alla crescita del ministero, dare il proprio contributo di esperienza. Il servizio ministeriale, sebbene esercitato nel potere dello Spirito e nella libertà dello Spirito, tuttavia è un servizio organizzato che segue le indicazioni che vengono date dal pastorale e si attiene alle istruzioni. A questo scopo si segue un cammino di crescita, di preparazione e di formazione: non si esercitano i carismi senza prima essere stati ISTRUITI E FORMATI esattamente come fece Gesù con i discepoli (Lc 10: “non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” … ).

 

FARSI PICCOLI PER ESSERE GRANDI

Una riflessione spirituale sul servizio prende sempre le mosse dai passi più significativi del Vangelo nei quali è Gesù stesso a parlare di questo mistero “farsi piccoli per essere grandi; farsi deboli per essere forti; farsi poveri per essere ricchi; farsi ultimi per essere primi” ma anche il suo reciproco sapere cioè che la grandezza dipende dalla piccolezza; che la forza dipende dalla debolezza; che la ricchezza dipende dalla povertà; che il primo posto dipende dall’ultimo posto”. Sono parole da tenere sempre a mente e nel cuore; noi le abbiamo ascoltate tante volte e le conosciamo ma è bene leggerle e meditarle spesso perché sono fondanti per la nostra vita, per la crescita e per la trasformazione ad immagine del Servo Cristo Gesù.

Gv 13, 12-17
12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. 16In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. 17Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

 Mc 10, 43-45
Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti

Lc 12, 35-38
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 

Fil 2
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù …
Egli svuotò se stesso assumendo una condizione di servo…


Lc 22
"Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve."

 

A CIASCUNO È DATA UNA MANIFESTAZIONE PARTICOLARE DELLO SPIRITO PER IL BENE COMUNE

Proprio poter servire A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune (1Cor 12,1ss) cioè ci vengono dati i carismi, i mezzi spirituali, anche straordinari, perché anche noi possiamo avere il privilegio altissimo di diventare servi come Lui è Servo, come Maria è la Serva del Signore. Il discorso dei carismi lo riprenderemo e approfondiremo durante il percorso formativo che oggi si apre.

 

SPOSTARE LA NOSTRA MENTALITÀ DALLA VOLONTÀ DI DOMINIO A QUELLA DEL SERVIZIO

Dio svolge la sua parte rifornendoci dei carismi ma al di là della parte che svolge il Signore rimane il ruolo che è riservato a ciascuno di noi. Dio, infatti, ci ha creati liberi e non forza mai e in nessun caso la nostra libertà di aderire o meno alla sua proposta, alla sua chiamata, esattamente come fece con Maria che con il suo Amen! accondiscese al piano di salvezza di Dio diventando la Madre del Salvatore.

 Ma c’è una difficoltà a farsi carico del servizio perché mette in gioco la nostra volontà e la nostra libertà, mette in gioco la nostra vita, si tratta cioè di spostare la nostra mentalità dalla volontà di dominio (il peccato originale) a quella del servizio, dallo stato di uomini e donne orgogliosi allo stato di uomini e donne umili, come Maria. Insomma facciamo resistenza e opponiamo mille questioni, anche reali e concrete, che piuttosto che impedirci di servire diventano il pretesto e l’alibi per sfuggire all’invito del Signore.

LA PARABOLA DELL’INVITO AD UNA GRANDE CENA

Lc 14: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire

Dio, infatti, ci ha creati liberi e non forza mai e in nessun caso la nostra libertà di aderire o meno alla sua proposta, alla sua chiamata, esattamente come fece con Maria che con il suo Amen! accondiscese al piano di salvezza di Dio diventando la Madre del Salvatore.

Oggi allora ci soffermiamo proprio a fare questo, ad ascoltare ancora la proposta di Dio e a mettere in gioco la nostra libertà in cambio del Regno di Dio.

Leggiamo Marco 10, 17-30

"In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà
".

Questo brano evangelico che abbiamo ascoltato alcune Domeniche fa ci avverte che chi possiede ricchezze difficilmente entrerà nel Regno di Dio e siccome noi tutti siamo privi di ricchezze ci sentiamo estranei a questo pericolo, almeno da questo punto di vista. Invece questo brano ci riguarda tutti da vicino anche se il nostro conto in banca fosse vicino allo zero.

Lo Spirito Santo mi ha suggerito questo brano mentre stavo pregando per preparare questa riflessione spirituale e (se ho ascoltato bene) mi ha svelato lo stretto nesso che esiste tra questo racconto evangelico e la nostra disposizione a servire i fratelli, il Gruppo, il Rinnovamento, il Signore e mi è stata chiara anche la circostanza che invece si oppone a questo servizio che è costituita “dai molti beni” che noi possediamo e ai quali non vogliamo rinunciare.

Analizziamo cosa accade in questo racconto e vediamo quante analogie esistono tra ciascuno di noi e il “tale” che si gettò ai piedi di Gesù che andava per la strada. Infatti anche noi ci troviamo nella stessa condizione di quel “tale”:

a)  ci gettiamo in ginocchio davanti a Gesù e chiediamo "cosa devo fare?"

b) siamo insoddisfatti della nostra vita, aspiriamo alla vita vera, alla vita abbondante, imploriamo la salvezza, abbiamo bisogno di essere rassicurati circa il possesso dei beni eterni

c) siamo sostanzialmente brave persone, siamo sulla via della conversione e, nonostante peccatori, osserviamo i comandamenti di Dio, pratichiamo i sacramenti.

d) facciamo esperienza dell’amore di Dio

e) ma abbiamo molti “beni” (vedremo quali sono)

Gesù sa bene che cos’è che ci manca e ce lo dice, ma ce lo dice in una maniera speciale, ce lo dice guardando dentro il nostro cuore e amandoci «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!»

Il fatto che noi generalmente siamo privi di ricchezze materiali ci induce a sentirci abbastanza estranei al senso di questo racconto evangelico, ma il fatto è che Gesù certamente sta parlando a ciascuno di noi a prescindere dall’entità del conto in banca.

Quali sono allora i molti beni di cui disponiamo e dei quali difficilmente siamo disposti a liberaci? Provo ad elencarne alcuni:

il principale è l’orgoglio di essere padroni di se stessi, del proprio tempo e dell’autorità di disporre di tutto ciò che ci appartiene e quindi rivendichiamo l’autonomia assoluta delle nostre abitudini di vita che non vogliamo cambiare

la pigrizia che può giungere a manifestarsi come accidia

la libertà di donare al Signore e ai fratelli tempo ed energie solo quando ci va

il pensiero che gli altri non siano meritevoli del nostro servizio

Il primato che attribuiamo ai nostri bisogni personali (io devo pensare a me)

Il timore di sottrarre attenzioni ai nostri cari, marito, figli, genitori…

La convinzione che facciamo già abbastanza e che comunque facciamo di più delle altre persone

Il pensiero che a noi andrebbero servizi poco importanti

Il rifiuto di subire regole e doveri (mi va bene frequentare il Gruppo quando mi va ma non sono disposto a sottostare a impegni e regole)

L’assunzione di altri impegni familiari, parrocchiali o anche dello stesso Rinnovamento spesso usati come pretesto per non essere legati al servizio del Gruppo

Poi ci sono altri elementi (che sono tentazioni diaboliche) che ci fanno considerare poveri e incapaci: Non ho carismi / Non sono capace / Mi vergogno / Farei certamente brutta figura / Non sono capace di rispettare gli impegni / Quella che mi si chiede è una conversione troppo dura.

 Adesso fermiamoci, facciamo una pausa di riflessione e di silenzio, meditiamo Mc 10, 17-30 e vediamo quanto la nostra situazione sia simile a quella di quel “tale”. Poi ritorniamo qui, ci sarà Gesù esposto e davanti a Lui che ci interpella e che ci guarda con sguardo d’amore potremo decidere in piena libertà se andarcene via tristi, perché attaccati alle nostre ricchezze, o entrare nella gioia della donazione e nella sequela di Cristo decidendo di indossare il grembiule del servizio.

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